Due corpi stesi a terra, nell’intimità di una luce intermittente natalizia che scandisce il ritmo dei respiri. Movimenti lenti e stanchi. Movimenti che tracciano l’esito di una notte assieme. Morvern Callar è sdraiata a terra, affianco al corpo del suo ragazzo. Affianco al cadavere del suo ragazzo. È una tragedia a tracciare l’incipit della storia di Lynne Ramsay, Morvern Callar, una morte che decide il futuro della ragazza, che impone scelte dure e drastiche. Il film immette lo spettatore in un ambiente tragico e cupo, in cui la desolazione e l’amore di un ragazzo lasciano il posto alla voglia di stravolgere la propria esistenza, di allontanarsi dal proprio passato, di costruire una nuova realtà. La svolta necessaria per alterare il corso degli eventi deriva da scelte ponderate, da scelte che spingono all’estremo il limite della morale, da scelte in cui la necessità di evasione è maggiore rispetto allo spirito di appartenenza.
La giovane donna, Morvern, segue un percorso chiaro e nitido, in cui ogni gesto, ogni pensiero percorre in maniera opposta ma simile, la scelta effettuata dal suo ragazzo. Il cambio per lui è coinciso con la sua stessa morte, un gesto egoistico dal quale sono scaturite conseguenze nuove e positive per la sua ragazza. Le sue ultime parole, in uno spazio bianco e asettico, rappresentano la sua dichiarazione di intenti. Una dichiarazione di amore e un invito a essere forte. Morvern accetta il suo amore, e fa della sua raccomandazione il suo motto di vita. Essere forte, sapendo sfruttare le coincidenze; essere coraggiosa riuscendo a compiere azioni scomode, oltraggiose, amorali. Sulla scia di umori altalenanti, il film scandisce la metamorfosi della ragazza, tramite una fotografia che altera radicalmente i toni esistenti. Le tonalità fredde ed eteree, tipiche della prima parte del film, contrastano con i colori caldi delle scene ambientate in Spagna, esplicitandone, quindi, il processo di cambiamento in atto.
Il vagabondare di Morvern, su terre sconosciute e tradizioni non proprie, contrasta con la sua morale costruita su compromessi e ricordi barattati con un utile immediato. I silenzi profondi interrotti dal bruciare di una sigaretta s’infrangono con le grida e risa di azioni che ricercano il divertimento dell’attimo, la distrazione fine a se stessa. La sua ricerca e metamorfosi impone l’innesto di una nuova esistenza, elemosinata e raccolta nei desideri altrui e nella soddisfazione velata di un traguardo raggiunto. Morvern, spinta da una leggerezza disumana e da una freddezza glaciale, si libera del cadavere del suo ragazzo: lo seppellisce senza alcuna cerimonia e fasto, lo relega all’oblio assoluto, disfacendosi del suo corpo e appropriandosi del suo intelletto. Lynne Ramsay scolpisce un personaggio errabondo, una donna alla ricerca e alla scoperta di se stessa e della propria vita. Morvern, con la forza incosciente di chi non può fare altrimenti, rincorre un nuovo presente che detta condizioni difficili e radicali: annullare il passato. Da qui una porta che si chiude, delle chiavi che ricadono dentro e l’allontanamento dal suo passato, dai suoi affetti, dalla sua esistenza rimossa.