Weerasethakul riconfigura l'esperienza percettiva cinematografica facendo slittare lo specifico filmico dalla dimensione ottica a quella uditiva: il risultato è l'incontro sensoriale con gli strati abissali della memoria.
Oltre la superficie del biopic sulla cantautrice francese Barbara, Amalric espone il proprio sguardo e dà corpo a una realtà pluridiscorsiva, fatta di reenactment, appropriazioni di corpi e, soprattutto, di ricordi.
Più che un documentario musicale, Assayas realizza una vera e propria deriva situazionista, i cui presupposti originari si possono rintracciare in un memoir dato alle stampe l’anno precedente.