Al suo secondo lungometraggio, Gabriele Mainetti riconferma l'unicità del suo cinema con un'impresa rischiosissima che non assomiglia a nient'altro, tanto in Italia quanto all'estero.
La profezia dell’armadillo di Zerocalcare arriva sul grande schermo senza, tuttavia, riuscire ad eguagliare quella profondità emozionale raggiunta dal fumettista di Rebibbia.