Found
La storia di un coming of age decisamente fuori dagli schemi per un horror low budget misconosciuto e dai meriti notevoli
Found è il secondo lungometraggio cinematografico diretto da Scott Schirmer, autore del recentissimo Harvest Lake (2016). Il film è tratto dall’omonimo romanzo di Todd Rigney (iUniverse, 2004) – qui sceneggiatore a quattro mani col regista - e ha vinto numerosi premi nei festival internazionali.
Girato a bassissimo budget (attorno agli 8.000 dollari), il film narra di Marty (bravissimo Gavin Brown), un dodicenne tranquillo, con ottimi voti a scuola, vittima del bullismo dei compagni e, soprattutto, appassionato di film horror, via di fuga da una realtà non sempre facile. Il ragazzino vive con i genitori e col fratello maggiore Steve (Ethan Philbeck), ombroso e introverso. Un quadro apparentemente normale, fino al giorno in cui Marty entra in camera del fratello per prendere in prestito una palla da bowling e fa una macabra scoperta: nella borsa, trova una testa umana.
“Marty amava i film horror….finchè la sua vita non si trasforma in uno di essi”, recita la tagline, ed è esattamente ciò che accade: attraverso la voce narrante del giovanissimo protagonista, si snoda un inconsueto coming of age, fatto di confusione, paura ma anche di una strana fascinazione verso Steve, al quale Marty inizia ad avvicinarsi proprio dopo averne scoperto la vera natura.
Marty teme per se stesso e la propria famiglia, ma non può fare a meno di intrufolarsi nella camera del fratello, indossare la maschera antigas utilizzata durante gli omicidi, controllare e ricontrollare la bowling bag in cui si celano i sinistri trofei, teste di donne di colore. Vi è dunque, in modo assai evidente, un sentimento duplice da parte di Marty, che cerca una sorta di immedesimazione con un fratello col quale i rapporti, fino a quel momento, erano pressochè assenti. Il ragazzino, inizialmente, non dice nulla a nessuno, tenendosi dentro un segreto terrificante e ingombrante, mentre la sua voce off descrive i controversi stati d’animo che lo affliggono, il suo non sentirsi più al sicuro da nessuna parte, principalmente in casa propria.
In vista di una serata casalinga in compagnia di David, suo unico amico con cui condivide la passione per l’orrorifico, Marty prende dei film a noleggio, e la sua attenzione viene catturata da Headless, uno strano e sanguinario extreme movie con un killer mascherato: la videocassetta, però, non è più nella custodia poiché è stata rubata. Il giovane la ritrova proprio in camera del fratello, che gli ha permesso di prendere in prestito delle vhs dalla sua collezione, ammonendolo di “stare attento con quella roba”: nel guardare la pellicola in compagnia di David, Marty comprende che è stato proprio Headless a ispirare Steve per i suoi sanguinosi omicidi e l’idea lo ripugna e terrorizza. Il narrato si snoda agevolmente fino a un finale tanto imprevisto quanto scioccante e sinceramente disturbante.
Found è una bella sorpresa, nella sua apparente linearità, mostrando un “ritratto di serial killer” visto attraverso gli occhi di un ragazzino emotivo e sensibile, che finisce per diventare egli stesso sempre più aggressivo.
Il film non è esente da qualche pecca, nel ritmo che di tanto in tanto è eccessivamente lento e nel personaggio di Steve, che presenta qualche stereotipo di troppo: amante degli horror, del black metal e killer sanguinario. Schirmer e Rigney, nella stesura del plot, si mostrano tuttavia attenti a evitare la facile trappola del collegamento tra psicopatia e passione per gli horror movies rendendo chiaro, dai pensieri di Marty, che le due cose sono ben scisse tra loro, anche se l’influenza del disturbante Headless sulle gesta del fratello killer resta evidente. Headless è un vero e proprio film nel film: verrà realizzato nel 2015 come spin-off di Found, con regia di Arthur Cullipher, che qui è curatore dei make-up fx. La pellicola è uno shocker, truculento e violentissimo, realizzato grazie a una campagna di crowdfunding, e non ha la forza del film genitore, denso di numerosi omaggi agli horror anni ‘80/’90.
Found è ingiustamente passato sotto silenzio, rivelandosi film intenso, originale e sinceramente disturbante. Da riscoprire e rivalutare.