Partiamo dall’inizio. Domiziano Cristopharo, regista indipendente e underground, come valuta l’attuale scenario italiano cinematografico? Quasi tutti convengono che oggigiorno essere indipendenti può garantire delle libertà che il cinema mainstream non assicura più; te per esempio puoi toccare temi impensabili per il cinema d’industria. Oggi essere underground quali vantaggi e quali svantaggi propone?
Bah… A mio avviso, lo scenario che arriva al grande pubblico è scadente. E lottizzato. Scadente perché lottizzato. Lavorano sempre e solo gli stessi, siano registi o attori… e dire che le leve nuove non mancano. Abbiamo qui, “parcheggiati”, grandi maestri come Deodato, Lenzi, Scavolini… ma anche tanti giovani talenti. Una volta nel cinema italiano i produttori e i distributori avevano coraggio e cultura. Ecco la differenza rispetto ai tempi attuali.
Da bambino volevi fare il circense. Questo spiega alcune tematiche del tuo lavoro ma certamente non tutte. Il mondo circense è osservato nelle tue opere nelle sue brutture e deformità, e non nel lusso spettacolare a cui siamo abituati. Perché questa scelta?
Perché cerco il bello in ciò che è brutto per gli altri. Tutto qui. Se il mondo fosse un museo dove si ammirano solo quadri tutti uguali, non sarebbe un posto interessante in cui vivere.
Come i freaks?
Mi soffermo sui freaks o sulle deformità, sì. Ma nei miei film queste son ritratte in maniera molto più sensuale e magnetica dei bellocci senza carattere che noi riteniamo essere belli. La TV è il grande mezzo di disinformazione di massa (dopo la chiesa) e ci ha abituato a modelli di estetica e di fascino ben lungi da ciò che bellezza e fascino significano davvero: vedere ragazzine strapparsi i capelli e piangere per dei cretini montati che escono da reality come “Il Grande Fratello”, che non san nemmeno metter in fila due parole in lingua italiana, mi fa orrore. Questo è l’orrore, sì, non quello che vediamo nei film…
Hai sempre avuto molto a cuore la tematica della diversità, che di volta in volta hai espresso nel tuo cinema in modo multiforme. Cosa c’è oggi nella società che non ti aggrada? Utilizzi il cinema per esorcizzare o denunciare simili fastidi?
La mancanza di cultura non mi aggrada. Diversità è cultura, ed infatti la diversità non ha posto in un paese come questo. Io amo l’Italia e il suo passato, sia chiaro. Ed infatti sto ancora qui a cercare di fare film quando potrei benissimo andare altrove con più facilità. Ma quello che non amo più di questo paese è ciò che è stato fatto diventare, con gli anni, dalla politica e dalla religione: una massa incolta è più facile da gestire e governare, no?
Dicevamo che nei tuoi lavori c’è un’attenzione per il brutto, e quindi anche per il deforme e lo scioccante. La tua attenzione sei solito renderla in maniera quasi pornografica (accostandoti, cioè, all’oggetto del tuo interesse a distanza millimetrica e investigativa), forse morbosa. Puoi spiegarci il perché di questa scelta artistica e stilistica?
Perché amo parlare di cose che meritano attenzione. E queste cose non vanno raccontate con pudore o mezzi termini. Nell’ipocrisia e nella falsa morale si nasconde tanto razzismo. Ricordiamoci che “nulla di umano è estraneo all’uomo”, e quindi la diversità non sarebbe tale se non fossimo noi a circoscriverla. Mostro in latino significava “meraviglia”. Oggi significa qualcosa che ci deve spaventare. E’ un classico tema quello del tacciare di spaventoso il diverso. Gli americani ci han montato su svariate guerre contando su questa filosofia.
Se ti definissero regista trash, intendendolo nell’accezione contemporanea del termine, ovvero quella di un’artista che mostra le brutture della nostra società in un mondo fintamente bello (penso sia a House of the Flesh Mannequins che a The Museum of Wonders), come reagiresti?
Mi sta bene “trash”, “borderline”, “pornografico”. Mi sta bene tutto quello con cui non vengono appellati i registi “di moda” in questi anni in Italia. Se quello è il futuro del nostro cinema, io preferisco essere la preistoria. Se quella è arte (o se lo sono i cinepanettoni, secondo la normativa che ora li elegge a film d’essai) io voglio essere il “trash”. Qui si sta ancora discutendo su che titolo dare a un film, se metterci la parola “amore”, “bacio” o “famiglia” per venderlo meglio. Ma un po’ di “cuore” in quello che si fa proprio no? Almeno una volta i film per divertire li facevano artisti veri come Fulci, Bolognini o Totò. E oggi chi abbiamo? La commedia all’italiana era Pane amore e fantasia, oggi è Notte prima degli esami. Ma scherziamo? E parliamo di registi e “colleghi” che non sanno nemmeno chi è Polanski, se non per lo scandalo della pedofilia… e non scherzo.
A breve proporrai una nuova versione di House of the Flesh Mannequins, mentre per The Museum of Wonders pare ultimata la post-produzione. Non ultimo, hai appena finito di girare il videoclip di Giovanna Nocetti. Periodo particolarmente denso per te. Sappiamo inoltre che a maggio partiranno le riprese del tuo nuovo film. Puoi anticiparci qualcosa?
Il nuovo film non è la terza parte della trilogia che ho avviato con House of the Flesh Mannequins e The Museum of Wonders. E’ un film dove esplorerò il terreno che trovo affascinante: il corpo, il sangue, l’erotismo, amore e morte, il sangue come fonte di vita e come simbolo di morte. I liquidi corporei come simbolo di vita e di sesso: sangue-vita-sesso… ne sapevano qualcosa coloro che crearono i fumetti porno-horror negli anni ‘70. Il successo che ricavarono da questo binomio maledetto! E’ proprio a questi fumetti che si ispira Bloody Sin – Oltretomba, un film fortemente estremo sotto vari punti di vista e che vanta un cast interessante: Dallas Walker, Arian Levanael, Adele Tirante (Baaria), Elda Alvigini (I Cesaroni, Nero bifamiliare), Francesco Venditti (Romanzo criminale), la pluripremiata pornostar Roberta Gemma e Nancy de Lucia con cui ho già lavorato in The Museum of Wonders e che è autrice del soggetto assieme a me, mentre la sceneggiatura è di Filippo Santaniello. Ci saranno nuovamente camei inediti di grandi personaggi, come Venantino Venantini e Maria Rosaria Omaggio, ma le sorprese non mancheranno: il nostro unico limite è stato non darci limiti!