Super Dark Times
Manipolando la nostalgia '80's oggi così presente, l'esordiente Phillips confeziona un racconto di formazione che vira all’incubo e non si lascia dimenticare facilmente.
Dati per scomparsi tra la nostalgia per gli anni Ottanta e la cesura dell’11 settembre, i Novanta sembrano davvero un decennio fantasma, accantonati oggi da cinema, letteratura, musica. In attesa di una prossima ondata di rivalutazione generazionale, un film fine millennio come Super Dark Times arriva allora come una gradita novità, specie per come manipola la rievocazione nostalgica dell’adolescenza eighties declinandola in ben altri toni e atmosfere.
Zach e Josh sono dei classici teenager di metà anni ‘90: privi di particolari capacità sportive o sociali, i due parlano di sesso e ragazze, mangiano schifezze, giocano a Zelda e amano i film di Arnold Schwarzenegger. Assieme ad altri ragazzi altrettanto isolati, passano i pomeriggi vagando in bici per le infinite e anonime strade di provincia, rete suburbana che li intrappola in un orizzonte di noia e isolamento, fino a che un giorno la morte irrompe nel quotidiano e un incidente traumatico pretende da loro una crescita repentina e incondizionata.
Da queste poche righe Super Dark Times potrà sembrare uno Stranger Things declinato al tempo della generazione x, alienazione giovanile che flirta con il racconto di formazione in un incontro coerente con il filone nostalgico emerso negli ultimi anni. Tuttavia il film d’esordio di Kevin Phillips prende presto una direzione tutta sua, ben lontana per intensità ed esiti da quella dimensione edulcorata sulla quale l’industria culturale di oggi ha appiattito il racconto degli anni Ottanta. Di tutta questa reminiscenza, che per la maggior parte delle volte procede acritica e chirurgica, optando per una rimozione degli aspetti più sofferti e ansiogeni riguardanti quel cinema e quei personaggi, Super Dark Times si rivela piuttosto un contraltare furibondo e oscuro, fotografia sanguigna e paranoide di un processo di crescita di cui finalmente si rappresentano anche gli aspetti più scomodi e angoscianti. Non a caso il film diretto da Phillips non solo slitta di alcuni anni la sua ambientazione (per quanto certe atmosfere di provincia sembrino sempre uguali a loro stesse, in ritardo sulla Storia nel loro decadente isolamento) ma evita ogni strizzatina d’occhio e ammiccamento nostalgico. Il mondo nerd abitato da Zach e Josh lo conosciamo già, quel che Super Dark Times vuole mostrarci invece è quanto il passaggio dall’adolescenza all’età adulta possa farsi complesso e traumatico, specie quando ad esso si sovrappone la fine di un’amicizia. Negli ultimi anni solo It Follows, che molto ha in comune con l’oscurità del film di Phillips, ha guardato al passaggio di età in termini così impressionanti.
Fin dal suo incipit Super Dark Times ci cala in una dimensione mortifera: come infausto presagio, un cervo ha sfondato una finestra della scuola per accasciarsi in una classe, agonizzante. Da lì Phillips espande un clima soffocante che avvolge via via ogni cosa, una spirale di angoscia e paranoia suscitata da un controllo dell'immagine sorprendente per un esordiente. In particolare sarà difficile dimenticare gli incubi che infestano la mente di Zach, visioni ricorrenti in cui si fondono tra loro senso di colpa e timore di essere scoperti, tensione erotica e pulsione di morte. L’incidente mortale di cui sono stati protagonisti Zach e Josh non solo logora sempre più il loro rapporto, ma inquina ogni aspetto della vita dei due ragazzi. Persino il sesso diventa veicolo di disagio, la naturale propensione erotica dell’adolescenza riflessa in qualcosa di più torbido e viscerale, aggressivo. Il trauma vissuto diventa così la manifestazione più brutale possibile del tempo che passa, del passaggio d’età in cui tutti i rapporti vengono in qualche modo ricondizionati, a partire dall’amicizia. Zach e Josh non riescono a preservare il loro legame, in particolare Josh precipita via via in uno stato di follia insondabile, assoluto, una sterzata che dona al film un terzo atto slasher particolarmente disturbante. Per Zach non resta che guardare da lontano il suo amico prendere strade diverse e sconosciute, un momento vissuto da molti che Super Dark Times trasfigura in un racconto di formazione che vira all’incubo e non si lascia dimenticare facilmente.