The Kills Series - Uccidere la concorrenza
Una web series divisa in due identità: tra l'amatorialità spiccata del confezionamento e le genuinità legata all'arbitrarietà dell'atto attoriale.
Il sentimento più forte che provo è l’imbarazzo. Questo è ciò che mi ronza in testa dopo la prima scena di The Kills, serie web ideata da Daniele Giannetti e Gianluca Lasaracina in procinto di uscire il 3 novembre, e che si prepara ad allargare le fila della grande compagine della serialità web esposta nella libera vetrina youtube. Quell’imbarazzo che si prova quando il testo davanti al quale ci si trova non è all’altezza del contesto in cui lo si esperisce. Certo il Cinema Tiziano non è, per utilizzare un eufemismo, propriamente il top per quanto riguarda la fruizione filmica, ma ci troviamo pur sempre in una sala cinematografica mentre, ahimè, The Kills non sembra minimamente uscire dalle pastoie di una malcelata amatorialità.
The Kills racconta la storia dell’aspirante presentatore Stefano Salvatori (Valentino Campitelli) che, deciso a fare suo il posto di conduttore di un nuovo programma televisivo, si trova a escogitare un piano per eliminare la concorrenza del navigato anchorman Sergio Grizzi (Marco Mazzilli). Per portare a termine il suo piano si fa forte dell’aiuto di Leo (Domenico Croce), l’amico nerd e succube, e di Fil (Giorgio Galli), fratello di Elena (Agnese Ghinassi) la fidanzata del protagonista.
Ed è proprio la ragazza, con l’aiuto del giornalista di cronaca rosa Ned (Francesco D’Asero), a cercare di dissuadere Stefano dall’attuare il suo piano scellerato.
A onor del vero va detto che dopo l’iniziale effetto spiazzante – nel senso più deteriore del termine purtroppo – le tre puntate da cinque minuti l’una presentate in anteprima (la serie è composta in totale da sei episodi) filano via in maniera piacevole, in un paio di occasioni ci strappano anche un sorriso grazie alla genuina ilarità degli attori, il protagonista in primis, e ad alcune macchiettistiche forzature a livello di caratterizzazione dei personaggi. Una genuinità che emerge nell’arbitrarietà dell’atto attoriale (per l’appunto) quando si espleta libero dalla gerarchia del testo e della direzione degli attori. Uno scarto che in The Kills viene messo in atto in rari casi o comunque in pochissimi casi si realizza in maniera interessante.
L’impressione però resta e l’impronta lasciata dai primi tre episodi è caratterizzata dai due elementi a cui ho fatto riferimento fino a ora: una sostanziale amatorialità a quasi tutti i livelli, ma in particolare in quello drammaturgico caratterizzato da una scrittura che appare decisamente poco ispirata e spesso forzata, appoggiata stancamente su cliché ormai largamente radicati sul web; in secundis una genuinità celata, tarpata, che emerge con evidenza solo di rado ma che si radica nel ricordo che ci si porta dietro di The Kills.
Ciononostante si è consapevoli che il giudizio non può che essere approssimativo, e che per un’idea più chiara si debba attendere l’uscita della serie, in diretta youtube ogni lunedì alle 22 a partire dal 3 novembre, per assistere alla seconda metà. Al momento la strada da fare sembra lunga, specie in vista di un probabile sequel, ma tuttavia ancora percorribile in virtù dei pochi elementi positivi che emergono dai primi tre episodi.
Uscito dalla sala quel senso di imbarazzo che mi aveva accompagnato per i primi minuti dell’episodio pilota mi ha ormai completamente abbandonato. Al suo posto un ricordo di qualcosa di routinario e stanco ammantato da un velo di tenerezza. Come quelle notti di fine estate in cui ci si vede con dei compagni di viaggio intorno a un fuoco, ci si dicono cose già dette. Qualcuno improvvisa la theme song di Dawson’s Creek alla chitarra, qualcuno sorride stancamente, qualcuno sbadiglia. Poi si torna a casa con un senso di insoddisfazione dentro. “E pure sta giornata la semo quasi tramortita”.