Tsukamoto guarda al dolore che investe il buio cieco del Giappone post-atomico, dirigendo un requiem d'amore puro attraverso la luce emanata da personaggi aggrappati alla vita. Immagini bellissime di pietà e resistenza.
Il punto di non ritorno nel cinema di Tsukamoto, primo lungometraggio in digitale dove la città collassa nell’incubo dell’inconscio e diventa terreno di caccia di uno sguardo che uccide.
Il primo contatto tra Tsukamoto e il digitale è un mediometraggio che fa da spartiacque nella sua filmografia e summa del suo primo percorso artistico.
Nel momento in cui si concentra sullo studio anatomico del corpo lo sguardo di Tsukamoto cambia forma, abbracciando totalmente il sogno, lo slancio immaginativo, l’immagine mentale ed emozionale.