Prosegue la rilettura da parte di Gordon Green e Danny McBride del mito horror carpenteriano, boogeyman che diventa qui incarnazione delle paure collettive insite nel tessuto sociale e della loro proliferazione virale.
Il sequel prodotto da Carpenter riporta al centro il tema del Male e gioca con il ribaltamento tra preda e cacciatore, tuttavia Gordon Green non sembra davvero entrare nelle logiche del genere horror.
Uno dei migliori film di Reichardt, un western ricercato, rarefatto, dedito agli interrogativi più ancestrali e profondi della natura umana, inevitabilmente simbolico in modo urgente e necessario.