Bifest 2015 / La settima onda
Un film tremendo, la cui unica ragion d'essere è quella di svolgere un minimo di promozione turistica per Taranto e le splendide spiagge dei dintorni.
Dunque, pescando a caso nella memoria: La prima cosa bella, La seconda volta, La terza madre, Quarto potere, La quinta stagione, Il sesto senso, Il settimo sigillo, L’ottavo giorno, Il nono cerchio, Il decimo uomo. Il titolo provvisorio di questo film era La quinta stagione, poi evidentemente qualcuno deve essersi accorto che esisteva già un film con quel titolo ed era anche troppo recente. Mentre erano tutti indecisi se tirare ai dadi o sorteggiare un altro titolo a caso, qualcuno deve aver esclamato: “Ehi! Nel film si vede una scena de Il settimo sigillo! Potremmo chiamarlo La settima onda!”. Strano che nessuno abbia suggerito La trentacinquesima luna, dato l’impressionante numero di inquadrature riservato al suggestivo satellite. Che sia davvero andata così, oppure no, la sostanza non cambia: questo è un film tremendo, la cui unica ragion d’essere è quella di svolgere un minimo di promozione turistica per Taranto e le splendide spiagge dei dintorni. Ed è probabilmente anche la sola ragione per cui è stato selezionato al Bif&st. I due protagonisti sono Francesco Montanari, il Libanese nel Romanzo Criminale televisivo, e Alessandro Haber, il quale evidentemente ama il suo lavoro a prescindere. C’è anche Valeria Solarino: in ogni scena sembra che stia ripassando mentalmente i suoi prossimi impegni, impassibile in ogni circostanza.
Tanino (Montanari) fa il pescatore, è pieno di debiti, ed è sposato (con la Solarino). I due vivono in una piccola casa sulla spiaggia, insieme alla madre di lei che porta a casa qualche soldo facendo le pulizie, e ritiene Tanino un fallito indegno della sua amata figliola. Sembra un quadretto ispirato al neorealismo, ma più che ai film di De Sica, il pensiero va alla straordinaria parodia fatta dai tipi di The JackaL. Sono tante le domande che questo film lascia senza risposta (la prima è ovviamente “whatthefuck?”), ma ce n’è una in particolare che fa venire la pelle d’oca: perchè la Solarino, per rientrare nella modesta – ma comunque ben piantata sulla terraferma – casetta, deve passare dal bagnasciuga? Non lo sapremo mai. In attesa di poter inaugurare la propria pescheria, della quale ha però già pronta l’insegna, Tanino si arrangia grazie a Vittorio (Antonino Iuorio) suo amico d’infanzia che possiede una barca. Vittorio è un gigante buono, non vuole passare guai e Tanino deve sudare sette camicie per convincerlo a compiere un raid notturno di pesca di frodo. Invece, quando si tratta di trasportare esplosivi, Vittorio si offre subito di accompagnare Tanino, spontaneamente. Chissà perchè. Fuori dal paese, in una grande villa vive da recluso un uomo solo, la sua unica compagna è Nina, una cagnetta che è anche il personaggio più interessante del film. E’ Alessandro Haber, nei panni di un regista ritiratosi a vita privata da molti anni, dopo una tragedia nella quale hanno perso la vita sua moglie e sua figlia. Tanino ha visto molti film nella sua giovane vita, anche quelli del regista solitario, è capace addirittura di recitare a memoria battute de Il Settimo Sigillo. Un incontro casuale tra i due si trasformerà, grazie a qualche spigola e alla passione cinefila di Tanino, in qualcosa di simile ad un rapporto di amicizia. Un rapporto che diventerà sempre più intenso, fino a culminare in ben due twist finali assolutamente raccapriccianti, che non riveliamo per mantenere intatta la suspense.
C’è anche Tony Sperandeo, che ovviamente fa la parte di un losco boss che controlla il mercato del pesce. Un mercato trasversale e trans-regionale, a giudicare dalla babele di accenti dei pescatori: un frizzante miscuglio di siculo-barese-salentino-napoletano. D’altronde il paesino in cui è ambientato il film, vero luogo metafisico, si estende per oltre cento chilometri. Le riprese sono state effettuate ovunque fosse visibile un pezzo di mare o una spiaggia, da Taranto a Molfetta. Alessandro Haber ha visto per la prima volta il film ultimato nelle sale del Bif&st, e pare che non ne sia rimasto esattamente entusiasta. Il buonsenso ci suggerisce di tifare affinchè questo obbrobrio non esca mai nelle sale. Speriamo di non essere delusi. L’applauso convinto della platea, che sottolineava con degli estatici OOH! i titoli di coda nei quali riconosceva l’elenco di tanti luoghi familiari, ci ha messo i brividi.