Adults In the Room
Costa-Gravas firma un'opera divulgativa e cerebrale che non emoziona ma riesce nell'intento di ordinare la complessa vicenda rievocata.
P.I.G.S. (Portogallo, Italia, Grecia, Spagna) è l’acronimo presente in uno dei fotogrammi chiave di Adults in the Room, ultimo film del regista greco naturalizzato francese Costa-Gavras, presentato nel Fuori Concorso a Venezia 76. L’acronimo, appuntato su un pezzo di carta durante una riunione del Consiglio Europeo, è sintomatico della forte contrapposizione e dell’odio aprioristico nei confronti dei paesi latini d’Europa.
La pellicola ricostruisce, in maniera dettagliata e largamente comprensibile, i complessi meccanismi economico-politici che nel 2015 hanno accompagnato la gestione delle politiche di austerity da parte della coalizione della sinistra radicale di Tsipras. Questo film, tratto dall’omonimo libro dell’allora Ministro delle Finanze Yanis Varoufakis (interpretato da Christos Lulis) adattato per lo schermo dallo stesso Costa-Gavras, sottolinea l’impossibilità di un vero dialogo tra le forze politiche nella “ristrutturazione” del debito e la gestione della dimensione mediatica che caratterizzarono quei forti scontri istituzionali, e gli enormi dilemmi vissuti dall’entourage del governo ellenico. L’immensa impalcatura della comunicazione pubblica si inserisce in una macchinazione surreale che favorisce la semplificazione delle vicende e l’immediata identificazione dei “buoni” e dei “cattivi” agli occhi delle popolazioni (e degli spettatori). Attraverso questa operazione, il regista non fa mistero della direzione delle sue convinzioni. Tuttavia, il pensiero si muove attraverso la scissione tra le promesse elettorali e le azioni pragmatiche da compiere che, nella “stanza degli adulti”, hanno la necessità di divenire soluzioni prodotte da accordi comuni (e non da diktat).
Il titolo dell’opera, che richiama il mondo adulto, sortisce un effetto ossimorico rispetto ai caratteri narrativi ed evidenzia in modo incisivo le tragiche responsabilità del Consiglio Europeo, in cui vige la legge del più forte: durante quei momenti, gli organismi di controllo ebbero una impropria rigidità, vanificando qualunque ricerca di un compromesso. Il terzo governo Merkel, che allora esprimeva Wolfgang Schäuble alle Finanze, appare come un nemico della sinistra di Tsipras, accecato dall’odio e dal pregiudizio per questi ultimi; il Ministro Schäuble (interpretato da Ulrich Tukur), con cui Varoufakis tenta invano di costruire un discorso risolutivo del ripianamento del debito greco nei confronti di BCE e FMI, è la figura più rigorosa e a cui sembra ricadere la maggior parte del peso in Consiglio.
Adults in the Room è un’opera densa e ricca di sfumature in continuo movimento, in cui la tangibilità dei personaggi e il susseguirsi degli eventi arricchisce l’apprendimento. Se dunque l’intento divulgativo è palese, la dimensione rarefatta delle immagini e la freddezza degli ambienti istituzionali restituiscono un chiaroscuro che tende al metafisico. Le brevi incursioni allegoriche risultano quasi del tutto scisse dalla narrazione principale, ma si integrano a livello ideale con il tono utilizzato durante tutto il film e ne arricchiscono il valore espressivo. Ciò che ne esce è un film poco emozionante, rivolto soprattutto a stimolare la dimensione cerebrale dello spettatore.
Articolo pubblicato in collaborazione con "Cinema e storia. Rivista di studi interdisciplinari".