Elogio dell'imperfezione - Incontro con Rita Levi-Montalcini

Non mi sono mai occupata di me stessa,

in verità…ma dei vestiti sì

Rita Levi-Montalcini

Rita Levi-Montalcini si è spenta a Roma il 30 dicembre 2012, in silenzio, senza grande clamore. In un paese normale ci sarebbe stato lutto nazionale e grossi cordogli per una delle più eminenti personalità che l’Italia abbia mai avuto, ma in un paese come il nostro dopo una settimana è sceso di nuovo l’oblio su questa grande ed emblematica luminare della cultura mondiale.

Nata a Torino il 22 aprile 1909, la Montalcini ha percorso un intero secolo di storia italiana ed internazionale. Ha conosciuto l’arcaica e patriarcale età Sabauda; ha vissuto sulla sua pelle la bestialità del Fascismo, che la costrinse ad emigrare all’estero; ha appreso, dopo il ritorno in patria, che alla fine in Italia non era cambiato nulla, o quasi. La Montalcini ha dedicato la sua intera vita alla scienza, vincendo nel 1986 il Premio Nobel, massima riconoscenza per il campo scientifico e/o artistico. Eletta Senatrice a vita il 1° agosto 2001 dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, ha portato a Palazzo Madama la sua cultura e, soprattutto, la sua statura morale. Venne anche attaccata e insultata pesantemente. Nel luglio del 2001 un Beppe Grillo politicante ma non ancora politico, durante un suo spettacolo, l’apostrofò in maniera becera perché sosteneva che avesse vinto il Nobel per merito della casa farmaceutica francese Fida, di cui la Montalcini era testimonial. Altro infame attacco venne sferrato da Francesco Storace, rappresentante di quella Destra scellerata politicamente e mentalmente barbarica; era l’ottobre 2007 e al Governo c’era una sparuta maggioranza di centro-sinistra. “Colpa” della Montalcini fu di votare a favore del Governo Prodi, dopo il voto Storace le disse «Le porteremo a casa le stampelle», auspicando oltretutto che le figure dei Senatori a vita venissero abolite.

Tutto questo, però, nel documentario non appare, non perché Virgilio Tosi abbia voluto glissare su questi episodi, ma semplicemente perché esso è stato prodotto nel 1999, quindi prima di tali fatti. Elogio dell’imperfezione – Incontro con Rita Levi-Montalcini è un mediometraggio che vuole rendere omaggio ad una delle personalità più importanti della cultura nostrana. Il titolo riprende quello dell’omonima autobiografia scritta dalla Montalcini e pubblicata dalla Garzanti nel 1987. Come spiega l’autrice stessa nel libro, e come ribadisce anche nel documentario, l’elogio della imperfezione è: “La creatività del cervello dell’Homo Sapiens [che] si esprime elaborando congegni meccanici semplici e perfetti, così rispondenti allo scopo da non richiedere modifiche, o congegni più rozzi e imperfetti che, per la loro stessa imperfezione, si prestano a essere ristrutturati”.

Elogio dell’imperfezione fa parte della Collana Archivi della Memoria/Ritratti italiani. Inizialmente questa serie era ristretta a personaggi legati al mondo del cinema; Tosi, con grande coraggio, ha voluto però allargare questa collana anche a personalità extra-artistiche, cominciando proprio dalla Montalcini. La scelta è caduta su di lei non solo per la sua elevata caratura, ma anche perché l’aspetto artistico ha lambito la sua vita. In primis la letteratura, che ha un percorso parallelo a quello scientifico; a seguire brevi film amatoriali, che ha girato nei primi anni ’50. Infine, non va dimenticata la vena artistica della sua famiglia: la gemella Anna fu una nota pittrice e il fratello Gino scultore ed architetto.

Dal documentario traspare e viene confermata la personalità schiva e umile della Montalcini. Ad esempio, l’esergo citato all’inizio è l’ultima battuta captata quasi casualmente durante il finale dell’intervista. Interrogata dal Professor Giuseppe Benagiano, che le rivolge domande sul suo percorso scientifico e sulla sua vita privata, la scienziata risponde sempre pacatamente e con un sottile umorismo, smitizzando la sua immagine e con essa il Premio Nobel; ribadisce sempre che la sua lunga e fruttuosa carriera sia stata condotta dal caso e/o dalla fortuna. Ad esempio, ringrazia beffardamente Mussolini ed Hitler che con le loro leggi razziali la costrinsero ad emigrare all’estero (Europa e poi America) e lì approfondire gli studi sul NGF (Nerve growth factor – Fattore di crescita nervoso). Intervallati alla conversazione vengono anche riproposti spezzoni di filmati sia scientifici, che spiegano l’NGF, sia immagini di archivio sulla Montalcini, tra cui i rarissimi film amatoriali da lei girati. Realizzato con una troupe quasi totalmente composta da ex allievi del Centro Sperimentale, Elogio dell’imperfezione è un delicato, equilibrato e didattico ritratto di una delle più note e rispettabili figure italiane. Purtroppo, il documentario dopo una fugace proiezione al Parlamento nel lontano 2000, venne congelato negli archivi della Cineteca Nazionale e proiettato pubblicamente soltanto nel 2012 alla Sala Trevi di Roma.

Autore: Roberto Baldassarre
Pubblicato il 20/08/2014

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