The Evil Inside
Il patrimonio architettonico nazionale torna a far rivivere l'horror gotico
"Amo la lingua italiana per la sua ricchezza lessicale e strutturale, e disprezzo il suo depauperamento"
Carlo Baldacci Carli
Una cospicua parte dei film italiani di genere è realizzata in inglese perché destinata a una distribuzione internazionale. Spesso questi titoli non sono né doppiati né sottotitolati nell’idioma di chi li ha pensati perché il mercato nostrano non permette un rientro dei costi. Paradossalmente diventa più facile per un californiano vedere un film mediterraneo che per la madre del regista stesso. A un autore che viene dalla scrittura, come Carlo Baldacci Carli, la rinuncia alla sua tanto amata grammatica a favore di una lingua che non gli appartiene deve apparire come una beffarda esigenza. È pur vero che l’horror gotico non è tra i generi più alla moda negli ultimi anni e difficilmente The Evil Inside incontrerà i gusti poco originali di un pubblico che si muove in gregge. Lo stesso italico spettatore che è pronto a riscoprire con entusiasmo le torbide pellicole di Luigi Batzella o Renato Polselli, se solo gli vengono suggerite da sconosciuti utenti sui social network, non è spesso in grado di comprendere che un film come quello di Carlo Baldacci Carli si muove sulla stessa lunghezza d’onda.
The Evil Inside narra la storia di Marcus Cavendish, giovane pittore americano convocato in Toscana dal notaio Chiara Conti per ereditare parte di un castello vinto a carte nel XVIII secolo dall’avo John e da allora sempre appartenuto alla dinastia dei Cavendish. Da testamento l’altra metà dell’immobile spetta a Sonja ed Elena, figlie illegittime di Peter nonché cugine di Marcus. Le due donne sono accompagnate nella nuova dimora dai rispettivi compagni: il celebre illusionista Thomas Villeneuve e il critico d’arte Paolo Ferretti. La pittura si presenta come una passione comune a tutti gli uomini del castello. Difatti il prestigiatore considera l’arte una forma di illusione non dissimile dalla sua professione, un modo di alterare la realtà per mostrarla diversamente da quel che è. Ma l’occhio che sa intendere è in grado di scovare anche nel quadro più realistico il messaggio celato. Così nei dipinti che adornano le ampie mura del palazzo, gli ospiti riconoscono i segni di contatti extraterrestri ripetutisi nel tempo.
L’ufologia non è tra le tematiche più facilmente accostabili all’horror gotico. L’alieno è infatti un personaggio tipico della fantascienza, il genere che guarda al futuro, mentre fantasmi e castelli sono patrimonio del nostro passato. Carlo Baldacci Carli riesce ugualmente a fondere insieme i topoi di due diverse dimensioni temporali e così facendo si allontana dallo stereotipo di una storia già narrata innumerevoli volte. La maledizione che attanaglia la dinastia dei Cavendish non ha più origine esoterica ma al contrario scientifica, per quanto fantasiosa. Gli anatemi delle streghe hanno lasciato il posto a teorie che fondono l’ancestrale con l’astrale e a esperimenti di botanica. L’arte con i suoi indizi è rivelatrice di una verità sopita. Non sono infatti una coincidenza ma ironica rivelazione gli antenati del protagonista raffigurati con l’inconfondibile stile ortofrutticolo di Giuseppe Arcimboldo. In un film che mostra esplicitamente tanta consapevolezza delle potenzialità comunicative di un’opera, dispiace constatare che le donne siano figure di sfondo, semplici accompagnatrici degli uomini che muovono il pensiero e le azioni. Al di là delle riflessioni più concettuali, The Evil Inside si presenta soprattutto come un film di intrattenimento dove la location, il Castello di Sammezzano, non è solo il fulcro della storia ma l’asso nella manica dell’intera produzione. Il maestoso palazzo seicentesco di Reggello è l’effetto speciale che un prodotto medio d’oltreoceano difficilmente potrà imitare e che permette di sorvolare sull’artigianalità di make-up, interventi digitali e trovate tecniche vintage.