Evil Online: Il Male in Diretta
La ricerca del paranormale al servizio del popolo di internet
In tempi recenti sono diventate numerose le discussioni riguardo quella che dovrebbe essere la natura della fruizione cinematografica. La nascita di nuove piattaforme sul web ha spostato parte del pubblico dalle poltrone della sala alla sedia del personal computer, suscitando l’accaldata reazione di Almodòvar che, in occasione della sua presidenza allo scorso festival di Cannes, aveva espresso il proprio disappunto nei confronti dell’operato di Netflix. La questione è spinosa. Pur tuttavia bisogna ricordare che il cinema, mettendo da parte l’accezione di determinato luogo fisico e di precisa esperienza da spettatore, è innanzitutto un linguaggio: è un dato di fatto che, ultimamente, esso venga fatto proprio anche da alcune produzioni amatoriali concepite per trovare vita direttamente in internet. È il caso dell’italiano Angelo Di Noia, il quale ha deciso di affidare a YouTube il frutto del suo operato.
Il popolare sito di condivisione di video ha il pregio di consegnare a ogni suo partecipante un canale dedicato, in cui il titolare trova modo di confezionare il suo mondo e le sue opere per esporli a un pubblico sconfinato, in maniera immediata. Di Noia ha così sfruttato il suo canale per sperimentazioni filmiche, oltre che per rivelare la propria passione per le bambole possedute: un suo video sull’argomento è diventato virale e gli è potuto servire come base su cui costruire un lungometraggio dedicato. Evil Online: Il Male in Diretta, pubblicato direttamente sul canale dell’autore, nasce coniugando il linguaggio cinematografico al linguaggio degli youtuber: il film è un falso documentario che cerca di inserirsi nella scia di pellicole come Paranormal Activity, modellandone però l’impostazione in modo da aderire allo stile dei video seguiti dagli utenti di YouTube. Ecco quindi che si assiste al racconto di un personaggio costantemente rivolto alla telecamera, occupato a parlare di sé e a raccontare la sua ricerca dell’occulto per offrire una testimonianza diretta del Male che crede di aver scovato.
Angelo tiene un video-diario, aggiornato passo dopo passo a uso e consumo dello spettatore, in cui inserisce alcuni degli elementi tipici di chi pubblica video su YouTube: presenta se stesso e la sua collezione di bambole occulte per permettere a chi lo guarda di familiarizzare con lui, oltre a comprendere le motivazioni della storia; si riprende mentre effettua la ricerca dell’oggetto centrale della vicenda, una bambola posseduta, su un noto sito di vendita online, mostrando anche la ricezione dell’acquisto per dare un senso di identificazione con i milioni di utenti che ogni giorno compiono simili azioni di compravendita; si cimenta nell’unboxing dell’oggetto comprato, eseguendo una delle azioni più diffuse nel popolo degli youtuber.
Il protagonista si offre di documentare gli effetti nefasti che la bambola maledetta ha su di lui e sull’ambiente che lo circonda, affidando la creazione della tensione a improvvisi rumori in casa, situazioni strane assortite e manifestazioni di poltergeist. Si tratta ogni volta di piccoli trucchi sostenuti da animazioni in stop motion: la scelta risulta efficace alla messa in scena, poiché gli elementi che richiamano l’horror riescono, grazie alla loro semplicità, a non spezzare l’impressione di realismo che il film si è prefisso. D’altra parte l’esasperata staticità delle inquadrature finisce per smorzare la tensione, trascinando la realizzazione del mockumentary verso un’apatia spesso imperante.
L’esperimento di Di Noia risulta così riuscito a metà. Esso parte da un’idea e un’impostazione semplici ma efficaci, che per la natura di film destinato a YouTube (nella finzione così come nella realtà) mostrano senza timidezza la necessità di essere un one-man show, divenendo così interessante l’assenza di una troupe che supporti l’operazione dal lato tecnico. Purtroppo però, forse proprio a causa dell’eccessivo realismo, la storia ne risente e si rivela piatta e inconcludente. Il merito di Evil online: Il Male in Diretta resta comunque quello di presentare al pubblico un fenomeno reale molto particolare: quello della compravendita di bambole possedute, o presunte tali. Uscendo dalla storia del film, invece, si ha l’interessante constatazione di come l’opera di Angelo Di Noia rappresenti la nuova, estrema frontiera del cinema indipendente, costretta dal poco spazio disponibile per i nuovi cineasti e aiutata dalle nuove realtà di socializzazione e di fruizione artistica. È ancora presto per poter prevedere il destino del film amatoriale indirizzato alla distribuzione libera e immediata su internet, ma una possibilità che ricopra un ruolo nella rivoluzione della diffusione dell’audiovisivo c’è.