Final Space
La serie di Olan Rogers e David Sacks diverte con un sapiente mix di comicità, avventura e citazionismo.
Come accade spesso nell'ambito dell'estetica, la bellezza di Final Space è una questione di forme e di equilibrio. La serie di Olan Rogers e David Sacks è un tessuto di avventura e comicità metalinguistica, citazioni e colpi di scena, capace di muoversi con sorprendente agilità tra generi e registri, ed è in questo movimento che Final Space trova la propria identità e il proprio fascino.
L'eroe di Final Space è Gary, giovane e spaccone, condannato a scontare anni di isolamento e prigionia a bordo di una nave spaziale a causa di un incidente. Oltre a Gary, l'astronave è popolata da robot e intelligenze artificiali come HUE (un Hal-9000 a metà tra il carceriere e l'amico paziente) e KVN, compagno robotico la cui funzione di interazione sociale, che dovrebbe impedire a Gary di impazzire del tutto, è svolta con insopportabile zelo. La continuità ripetitiva delle giornate a bordo della nave si interrompe a causa di un incidente che porta Gary a incontrare una misteriosa creatura. Presto, risulta chiaro che la creatura è tutt'altro che innocua e che il temibile e malvagio Lord Commander è disposto a tutto pur di ottenerla.
Dopo alcune puntate di introduzione, la serie trova il proprio ritmo ideale e si mostra come un prodotto di grande qualità tecnica e narrativa, la cui scommessa si fa sempre più rischiosa nel corso della stagione. I primi episodi introducono i personaggi e raccontano quella che pare essere una storia semplice, poco più che una impalcatura per reggere battute e scene comiche. L'intento comico e parodistico non scompare, ma la storia di Final Space si espande e si definisce fino a diventare una space opera vera e propria. L'universo della serie è popolato di personaggi memorabili, scorci di sublime e scrittura drammatica che, contro ogni previsione, funziona quasi senza intoppi. Buona parte del merito è da attribuire ai personaggi, le cui personalità generano dinamiche e archi narrativi sempre interessanti. Quasi tutti i protagonisti di questa storia sono doppiati da voci di alto livello, tra cui segnaliamo David Tennant che presta la voce all'antagonista principale.
Difficile non pensare alla squadra dei Guardiani della Galassia: quell'alchimia di eroismo e fragilità, famigliare ed alieno, sulla cui costruzione la serie investe buona parte del suo minutaggio. La storia principale e la missione per salvare l'universo da Lord Commander è ben costruita, ma è Gary e, soprattutto, il suo equipaggio a dare vita ad una serie che, altrimenti, risulterebbe priva di ragion d'essere. Oltre ai Guardiani, i riferimenti più ovvi sono a Futurama e alla Guida Galattica per autostoppisti, ai loro freaks e protagonisti stralunati: KVN, ad esempio, sembra un improbabile incrocio tra Zoidberg e Bender. Queste dinamiche comiche in un contesto di fantascienza sono ben dosate e supportano lo svolgimento narrativo della serie; entrambe ne escono rafforzate. Il ridicolo e buffo corteggiamento di Gary nei confronti di Quinn, o il suo bromance con il mercenario spaziale Avocato, sono ottimi esempi di scrittura comica che sa trovare il proprio spazio all'interno di un genere epico ed avventuroso, senza trasformarlo in una farsa fine a se stessa e priva di solidità. La posta in gioco è alta, ed ogni risata porta con sé la sottile malinconia di una fine imminente.
Colpisce, soprattutto, la precisione con cui Final Space sa dosare comicità e dramma. La serie omaggia le saghe epiche e di avventura spaziale a cui si ispira, emulandole a livello molto profondo, fino al momento in cui decide, senza preavviso, di sparigliare le carte e cogliere le aspettative dello spettatore in fallo. Quasi sempre, il gambetto funziona. Quando la comicità cade, il silenzio e il dramma ne escono amplificati; quando la maschera di sicurezza e di mascolinità di Gary si incrina, la serie sa porre domande interessanti e inquadra la figura mitica dell'Eroe sotto uno sguardo tutt'altro che banale o lusinghiero.
Final Space è intrattenimento intelligente e di qualità, in equilibrio tra idee e generi diversi. Una scommessa produttiva e creativa: molte delle scelte compiute a livello narrativo e realizzativo sono nette, irrevocabili, tutt'altro che scontate. Consideriamo la scommessa vinta e, nell'attesa di una seconda stagione che è già in produzione, non possiamo che consigliarne la visione.