Quasi domani
Tolleranza ed intolleranza in un piccolo paese calabro che fa da specchio ad un’intera nazione
Cassano all’Ionio, Calabria. Un paese con meno di ventimila abitanti che, nel documentario di Gianluca Loffredo, Quasi domani,fa da contraltare e sintesi ad un’intera nazione. Generosità, integrazione, razzismo, intollerenza, sono definizioni contrarie di una popolazione, la nostra, divisa in diverse identità pronte a loro volta ad abbracciare, ad accogliere, ad integrare, ma anche intente ad incrociare le braccia al petto, conserte, chiudendo una porta, definendo un confine, dentro ad un limite d’identità nazionale, territoriale (e spesso mentale). L’Italia è un paese dove la contraddizione la fa da padrone, uno Stato nazione giovane, nato per aggregazione politica calata dall’alto, un Paese composto da tanti altri paesi, realtà, segmentato nell’identità nazionale e dialettale, dal regionale al provinciale al comunale. Quasi domani è un documentario di indagine su di un paese per un Paese. Non sembra allora sbagliato ridurre il campo ad una piccola comunità dove si riconducono in cifre ridotte i caratteri e le limitazioni di un’intera popolazione nazionale. In questo tessuto sociale Quasi domani racconta cinque storie di immigrazione. Tutte provenienti da paesi diversi, tutte con delle proprie caratteristiche socio-culturali, tutte che raccontano la difficoltà dell’inserimento nel nostro Paese. E’ peculiare notare come la differenza del Paese di origine, la differenza tra le culture, tra le etnie, giunte in un paese straniero, come il nostro per loro, risultano assimilabili tutte alla definizione di immigrato. E’ peculiare notare come solo al paese di arrivo è consentita la definizione di identità nazionale granitica, di suolo nazionale che unisce la popolazione che ci abita mentre le differenze di chi viene da fuori sono annullate in una sola definizione onnicomprensiva, e spesso discriminante.
Sami, Torab, Mohammed, Edgar, Lamin sono i cinque petali di un fiore alla ricerca di un terreno sul quale mettere radici. Delle sementi in fuga, sospinte dal vento, lontano dalle proprie famiglie, lontano dalla loro terra origine, lontano da realtà spesso in conflitto, sono identità in volo al vento. E nel paesino di Cassano, come in tutta la nazione, c’è chi guarda al vento cercando di accompagnare le sementi e c’è chi soffia, e fa vento, cercando di allontanare il più possibile la caduta dal territorio che credono essere solo loro. Loffredo lavora negli interstizi della realtà, calando lo sgurado nei vicoli e registrando l’intolleranza comune del cittadino medio, fondata sul luogo comune, volgendolo poi nelle comunità di integrazione dove i giovani si impegnano in un percorso di lenta e faticosa integrazione. Entra nelle case e nelle vite dei cinque protagonisti, osserva la cultura popolare italiana interagire con loro, identità tese ad affrontare una specifica problematica, c’è chi ci riesce e chi ancora combatte per realizzarla, per arrivare ad un loro domani, e per concretizzarlo. E’ nella definizione di approssimazione nel titolo che il domani non si risolve, per queste identità è quasi arrivato il momento di integrarsi in un nuovo territorio, è quasi arrivata l’ora di un nuovo domani, è quasi terminato il viaggio nel presente, alcuni ci sono quasi riusciti, altri non ancora, non del tutto.