Immacolata e Clementina stanno nel chiuso della loro cucina a “passà a jurnata”. Immacolata e Clementina stanno nell’antro della loro cucina a raccontarsi la vita che scorre, l’una l’opposto dell’altra. Cinica e sprezzante Immacolata, rimessa e gentile Clementina. Piccoli gesti quotidiani a far da sfondo. Passano, i minuti passano e niente si muove apparentemente nell’interno giorno della loro immobile vita. Sorelle costrette a condividere un quotidiano.
Ciò che viene in mente al di la di questo, peró, sono Vladimiro ed Estragone, i due che aspettano, invano, Godot. E come nella più celebre commedia dell’assurdo beckettiana da cui sembra attingere a piene mani questo Nun me movo, piccolo documentario di appena venti minuti della coppia Sara e Cristiano Regina, Voiceoff produzione, anche qui sembra ci si attenda qualcosa che in realta non arriva mai. È piccolo il documentario si diceva, ma ciò può essere ascritto esclusivamente al minutaggio che si è scelto di dare al narrato, non evitando riflessioni di più ampio respiro. Ed ecco che le nostre ottuagenarie partenepoee stanno lì, sedute una a fianco all’altra, a scambiarsi pensieri sulla vita, su ciò che è stato e su ciò che sarà, sulla forza un tempo avuta e sul finale che è lì lì per arrivare. Nessuna ha la minima intenzione di cedere il campo all’altra, argomentando la propria tesi con esiti non sempre logici.
Macchina da presa quasi fissa, inquadrature minimali e piccola ma pregnante musica, fanno di questo piccolo racconto un ritratto corale sulla famiglia italiana, l’immobilismo italico che preferisce abbandonarsi al richiamo accattivante della televisione e la situazione degli anziani che rischiano di passare sempre più inosservati ai più, fascia di popolazione che Immacolata e Clementina ci ricordano con forza nuova e vitale e che ben si inserisce nel contesto e nell’aria che tira dalle parti dei sotterranei di questa rivista. Da recuperare per chi ancora non l’avesse fatto.