Scene di una strage

Un documentario coraggioso che spacca il silenzio che ammanta un fatto di cronaca sanguinoso come la strage di Piazza della Loggia.

"Doloroso è il racconto, doloroso il silenzio"

Eschilo

Nell’aprile di questo Anno Domini 2014 Matteo Renzi, in una delle sue molte promesse, aveva anche annunciato la definita abolizione del Segreto di stato. Per la precisione Renzi aveva firmato la direttiva che disponeva la declassificazione degli atti relativi alle stragi avvenute durante il sanguinolento quindicennio 1969-1984. Parentesi esplicativa sul significato del Segreto di Stato, desunta dall’Enciclopedia Treccani:

«Esprime il potere dello Stato di secretare fatti inerenti questioni politiche o militari meritevoli di particolare protezione. Introdotto dal r.d. 1161/1941, modificato dalla l. 801/1977, è stato disciplinato dalla l. 124/2007 che ha introdotto nel codice penale l’art. 270 bis. Ai sensi di tale articolo, quando l’autorità giudiziaria abbia acquisito, tramite intercettazioni, comunicazioni di servizio di appartenenti al Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza o ai servizi di informazione per la sicurezza, dispone l’immediata secretazione e la custodia in luogo protetto dei documenti, dei supporti e degli atti concernenti tali comunicazioni. Il vincolo può essere disposto esclusivamente dal presidente del Consiglio dei ministri in quanto vertice del potere esecutivo. Non può mai riguardare informazioni relative a fatti eversivi dell’ordine costituzionale (ipotesi già prevista dalla l. 801/1977) o concernenti fatti di terrorismo, delitti di strage, associazione a delinquere di stampo mafioso, scambio elettorale di stampo politico-mafioso (ipotesi aggiunte dalla riforma).»

E il famigerato Segreto di Stato è stato abusato abbondantemente proprio per coprire (per non voler utilizzare il solito demonizzante verbo depistare) le indagini di quel plumbeo quindicennio che ha insanguinato l’Italia. Quindi l’annuncio di Renzi era stato giustamente considerato un’ottima e DEMOCRATICA azione politica, ma a quanto sembra ad oggi anche questa promessa è… solo un’altra aleatoria promessa. Ma fortunatamente a distanza di anni, al di fuori della classe/casta politica, c’è chi ancora caparbiamente cerca di scovare la verità e mantenere viva e forte la memoria storica di un paese che è stato vilmente ferito. La memoria viene portata avanti attraverso vari fronti: indagini, articoli di giornale, saggi storici, pellicole ad effetto e, soprattutto, da coraggiosi documentari. E proprio in questo ultimo ambito che si inserisce Scene di una strage di Lucio Dell’Accio, documentario sulla strage di Piazza della Loggia a Brescia, avvenuta il 28 maggio 1974. Uscito nel 2012, la gestazione di questa opera di Dell’Accio comincia da lontano e la concretizzazione del progetto è stata lunga e laboriosa. Gestazione “lontana” perché il regista incomincia a lavora alacremente alla realizzazione del documentario nel 2004. Ma l’aggettivo lontano va inteso anche geograficamente, perché Dell’Accio comincia questa “ricerca” da Foggia, visionando un vecchissimo Super 8 (girato nella città pugliese) del funerale di Luigi Pinto, una della otto vittime della strage. Ed è stato un percorso lungo e laborioso per l’enorme ricerca e studio che il regista ha vagliato, dalle informazioni agli atti processuali, fino alle testimonianze di cui, alcune, divenute anche interviste inserite nel documentario. Senza dimenticare, ovviamente, la difficoltà di trovare i fondi economici per la realizzazione di un prodotto “scomodo” e poco remunerativo.

Immagine rimossa.

La strage di Piazza della Loggia è, praticamente, il terzo più sanguinoso ed efferato tassello della Strategia della Tensione, azione terroristica e destabilizzatrice cominciata il 12 dicembre 1969 con la strage di Piazza Fontana (17 morti e 88 feriti); poi Piazza della Loggia il 28 maggio 1974 (8 morti e 102 feriti); infine il 2 agosto 1980, la Strage di Bologna (85 morti e 218 feriti). E a questi enormi atti terroristici ci sono state altre abbondanti azioni di sabotaggio e sovvertimento democratico. Ma a trent’anni dalla Strage di Brescia, cosa è rimasto? Ci sono delle risposte? Ci sono delle verità? Purtroppo anche per questo massacro non si è venuti a conoscenza della verità, anzi delle verità. Dopo quasi quarant’anni, nell’aprile 2012 la Corte d’Assise d’Appello conferma l’assoluzione di tutti gli imputati, decisa nel novembre del 2010 nella terza ed ultima istruttoria. E beffa e della beffe ha condannato le parti civili al rimborso delle spese processuali.

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È su questo “muro di gomma” intricato e pervicace che Dell’Accio ha ostinatamente lavorato, cercando di capire e far capire che cosa è stata la Strage e come una ridda di depistaggi e omissis hanno deviato e nascosto quella funesta azione. Ma oltre a questa intensa e passionale inchiesta storico/giornalistica c’è anche la voglia e la necessità di raccontare la Strage di Piazza della Loggia attraverso l’aspetto intimo e privato delle vittime e dei familiari. Il documentario Scene di una strage infatti apre la sua indagine per immagini dai racconti a voce dei sopravvissuti (parenti, amici o semplici testimoni) che hanno conosciuto quella gente comune che è poi “passata (tragicamente) alla storia” attraverso le immagini dei loro propri corpi dilaniati dallo scoppio improvviso di quella bomba. I filmini privati girati in Super 8, oppure le dolenti reliquie, mostrati nel documentario sono lì a dimostrare come il dolore sia ancora forte e vivo. E partendo da questo primo capitolo che il regista dipana la sua indagine, creando una “reazione” pari a quella di un sasso gettato in un lago che genera cerchi concentrici, che dall’interno (il privato) si allarga e arriva all’intricato e fumoso momento storico degli anni Settanta. E questi cerchi sono organizzati da Dell’Accio attraverso la strutturazione in capitoli che affrontano i diversi aspetti. Strutturazione dettata anche per raccogliere e dare ordine all’immensa mole di informazioni che inevitabilmente hanno fatto lievitare la durata del documentario.

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Scene di una strage è uscito, praticamente nel consueto silenzio riservato ad opere che cercano la verità, nel 2012. Quell’anno è sembrato quasi che ci fosse stato un risveglio del cinema civile italiano che guardava ed indagava sul fresco e recente tragico passato italiano. Un 2012 che ha visto la realizzazione, con ampie e diverse qualità artistiche e storiche, di tre opere che si occupavano di quei tre sanguinolenti tasselli della Strategia della Tensione. Marco Tullio Giordana aveva realizzato il “blockbuster” Romanzo di una strage, che cercava di dare una idea della Strage di Piazza Fontana. Pellicola, tra l’altro, poi scandita da grandi strascichi di polemiche (noto il corsivo di Corrado Stajano sulle colonne del Corriere della Sera). C’è poi, appunto, il documentario di Lucio Dell’Accio sulla Strage di Piazza della Loggia; e, infine, passato inosservato (e uscito solo due anni dopo) il vergognoso Bologna 2 agosto: I giorni della collera di Daniele Santamaria Maurizio e Giorgio Molteni, che come recita il titolo narra la Strage di Bologna. Tralasciando il paratelevisivo e “infamante” prodotto di Santamaria Maurizio e Molteni, bisogna soffermarsi sulla netta differenza tra Romanzo di una strage e Scene di una strage. Non tanto su una differenza qualitativa (sono due formati differenti) ma sul metodo di approccio alla scottante e delicata materia. La netta discrepanza si palesa immediatamente nell’assetto dei titoli. La pellicola di Tullio Giordana, tratto dal libro Il segreto di Piazza Fontana di Paolo Cucchiarelli e sceneggiato dal duo “impegnato” Rulli-Petraglia, tende, anche per ovvi motivi commerciali, a romanzare quella strage, attraverso ricostruzioni meramente cinematografiche. Mentre il documentario di Dell’Accio si muove e si regge su scene vere, sia che provengano dal passato, sia che siano realizzate nel presente. Il titolo focalizza bene come Dell’Accio proceda l’indagine per scene (capitoli), ma bisogna anche mettere in rilievo come la Strage di Brescia è la prima mattanza in cui c’è una cospicua documentazione fotografica e fonografica. La reiterazione delle foto del dopo bomba sono proprio per mostrate, per cercare e tentar di rinvernire anche un piccolissimo dettaglio. Mentre per quanto riguarda il documento fonografico c’è la registrazione, su vinile, del comizio sindacalista che improvvisamente si interrompe con quel lontano e improvviso boato della bomba. Il roboante discorso in “primo piano” di Franco Canestrazzi si interrompe funestamente da quel inaspettato scoppio.

Scene di una strage è un documentario che analizza e ricorda un singolo fatto per poi allargarsi alla ricerca di un barlume di verità. Un documentario in formato kolossal di quasi tre ore in cui Dell’Accio e i sopravvissuti cercano per lo meno di capire il perché di quel gesto. E cercare soprattutto di non dimenticare quella tragica mattinata. Ad inizio documentario c’è un limpido epigramma di Eschilo: “Doloroso è il racconto, doloroso il silenzio”. Una manciata di lettere che anticipano perfettamente l’approccio che Dell’Accio vuole dare al documentario. È sicuramente doloroso riportare quei fatti, ma è ancor più doloroso il silenzio, inteso come perdita della memoria storica. Ma andrebbe aggiunto, a mo’ di epigrafe finale, il titolo di un altro potente documentario incentrato sulla Strategia della Tensione. Il documento in questione, di produzione televisiva, è La forza della democrazia, realizzato nel 1977 da Corrado Stajano, Marco Fini e Gianfranco Malpigotto, e da cui nello stesso anno per i tipi dell’Einaudi uscì un libro dallo stesso titolo. Il titolo di quel documentario è la dimostrazione di come anche se l’Italia fu violentemente e vilmente attaccata, il “potere del popolo” (fatta di intelligenza, memoria e costanza) è stato più forte della Strategia della tensione, e quella forza ha mantenuto stabile la DEMOCRAZIA.

Last but not least, per chi fosse interessato alla visione di Scene di una strage, il documentario è disponibile attraverso il Dvd allegato al libro “Brescia: Piazza della Loggia”, saggio curato da Carlo Ghezzi, che contiene anche uno stralcio del diario di realizzazione del documentario (Appunti per un film sulla strage di Piazza della Loggia).

Autore: Roberto Baldassarre
Pubblicato il 23/09/2014

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