Frente a Guernica (Director’s Cut)

di Yervant Gianikian Angela Ricci Lucchi

Dopo il passaggio nel Fuori Concorso di Venezia80, il "director's cut" di Yervant Gianikian torna su grande schermo grazie al festival I Mille Occhi, che celebra lui e la scomparsa Angela Ricci Lucchi con il Premio Anno Uno: si rinnova così la necessità di guardare – ancora – alla loro opera come chiave per orientarsi nel nostro presente di immagini senza più Storia.

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È interessante – e forse anche un po’ straniante – notare come le prime figure viventi ad apparire nel repertorio di immagini filmate di Frente a Guernica sino degli animali (una scimmietta che litiga con un pipistrello gigante) e dei bambini (risultato delle nascite avvenute nelle metropoli sotto assedio durante il secondo conflitto mondiale: con l’avvento della pace, come nota la voce di Yervant Gianikian, «improvvisamente i bambini sono dappertutto» in queste riprese di città aperta). Esattamente la stessa varietà di creature maggiormente presenti nei reels e in tutte quelle tipologia di archivio spurio del presente in cui siamo immersi ormai senza soluzione di continuità: gli animali e i bambini. Cortocircuito del footage: in che epoca siamo, o siamo finiti?

La questione della “datazione” è d’altra parte centrale, in un progetto come quello di Frente a Guernica: alla Mostra di Venezia di un anno fa, edizione numero 80, Yervant GIanikian porta Fuori Concorso il “director’s cut” di un film a cui aveva iniziato a lavorare nel 2014 insieme alla compagna Angela Ricci Lucchi (scomparsa nel 2018), dedicato alla guerra civile spagnola e ispirato da una visita al Museo Reina Sofia di Madrid. Anche noi ci torniamo su adesso, con un tempismo sfasato, in occasione di un altro passaggio festivaliero, quello di pochi giorni fa ai Mille Occhi di Trieste, in cui Gianikian e Ricci Lucchi hanno ricevuto il Premio Anno Uno: e lo stesso Frente a Guernica in realtà alla guerra fratricida spagnola ci gira intorno, parte da filmati e riflessioni che sembrano lontanissimi da quel conflitto immortalato sulla tela di Picasso ammirata dai due autori a Madrid – soprattutto, sembra seguire una linea errabonda, frammentaria, rapsodica, più vicina allo stile fatto di brevi annotazioni, aneddoti e riflessioni sparse dei due struggenti capitoli de I diari di Angela (ritorna qui anche il montatore dei Diari, Luca Previtali), che al rigore assoluto dei capolavori della coppia come Dal Polo all’Equatore o i Frammenti elettrici. Ma non è d’altronde questa, l’unica maniera possibile per restituire la vertigine “esplosa” che si prova di fronte alla “Guernica” di Picasso? Come se Gianikian e Ricci Lucchi fossero voluti andare alla ricerca di una storia da incasellare in ognuno dei particolari che compone la celebre istantanea “smembrata” del quadro cubista esposto al Reina Sofia: la figura è ormai saltata, la ricostruzione impossibile, la linea si è spezzata.

Yervant Gianikian esaspera questa sensazione intrecciando la propria voce narrante, basata sulle note appuntate sui suoi taccuini, con lunghi estratti da scritti di Elias Canetti o Ezra Pound, tra gli altri (insieme alla corrispondenza tra il poeta sovietico Osip Mandel’stâm e la moglie Nadezda. letta da Lucrezia Lerro). È proprio in questo che si rinnova la necessità di guardare – ancora – all’opera di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi come chiave per orientarsi nel nostro presente di immagini senza più Storia: i nostri tempi sono, ora come allora, tempi di filmati di guerra senza nome e senza autore, di provenienza e catalogazione incerta oggi più che mai (del repertorio utilizzato in Frente a Guernica, Gianikian cerca come sempre di scalfirne l’anonimato, trasformando i cineamatori come il ferroviere francese dei primi filmati in autori immaginari ma dalla poetica ben precisa), e ridare a questi materiali una funzione attiva, al di là di quella puramente illustrativa o meramente propagandistica, è il primo passo per riconquistare la nostra posizione di sguardo, la nostra prospettiva, una costellazione di riferimenti a strati progressivi che funga da bussola al di fuori – e in direzione fieramente contraria – di ogni mappa istituzionale.

Autore: Sergio Sozzo
Pubblicato il 25/09/2024

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