Le terrificanti avventure di Sabrina
Il teen horror di Netflix ideato da Roberto Aguirre-Sacasa si pone come simbolo perfetto dell'ibridazione contemporanea dei generi.
Da sempre i generi cinematografici sono stati lo strumento, hollywoodiano e non, per dividere il pubblico in fasce abbastanza precise, ma da tempo queste tassonomie non bastano più perché ad esse va necessariamente aggiunta, in maniera ancora più prepotente nella serialità che nel cinema, l'età degli spettatori, da leggersi come una tra le direttrici principali nella creazione di sotto-generi.
Il target generazionale diventa così uno degli obiettivi primari per l'ibridazione dei generi e il teen horror si è dimostrato ormai da parecchi anni un sottogenere vincente nella serialità; si pensi ad esempio a show longevi e di successo (pur con una qualità decisamente bassa per gli standard attuali) come The Vampire Diaries o Teen Wolf: prodotti che hanno sfruttato il successo di Twilight sul grande schermo per mescolare temi classici dell'horror come il lupo mannaro e il vampiro con la narrazione glamour delle serie teen generaliste e la fanfiction. Non è quindi un caso che parte della diversificazione di Netflix, puntando sui teenager come pubblico da coltivare, si realizzi attraverso Le terrificanti avventure di Sabrina.
La serie è un esempio perfetto dell'ibridazione contemporanea dei generi, dei prodotti e dei pubblici: è al tempo stesso la rievocazione (ma non un remake) di un prodotto di culto dell'ABC, Sabrina, vita da strega, andato in onda dal 1996 al 2003; l'adattamento di una versione fumettistica in veste dark del personaggio stesso di Sabrina, edito nel 2014; un ampliamento dell'universo televisivo della Archie Comics – la stessa casa editrice creatrice di Riverdale, da cui è stata tratta una serie altrettanto di successo della CW – e la serie con cui il teen horror viene ufficialmente promosso ai toni, ai budget e alle prestazioni attoriali e registiche del prestige drama.
Prodotta da Greg Berlanti e Roberto Aguirre-Sacasa (anche direttore della Archie Comics), Le terrificanti avventure di Sabrina ha il budget di un prodotto prestigioso per adulti ma si rivolge a un pubblico misto, puntando sul racconto di formazione in chiave horror e sulla sua declinazione al femminile, nonché su una giovane diva come Kiernan Shipka (la Sally Draper di Mad Men), per raccontare la vita di Sabrina Spellman, una ragazza metà strega e metà umana che vive in un mondo scisso tra la sua vita di ragazzina normale e quella da giovane strega che ha di fronte un apprendistato nient'affatto semplice, immersa al tempo stesso nella quotidianità di una cittadina americana e in un universo orrorifico originale ma anche citazionista, che unisce l’approccio formativo alla Harry Potter con la passione per i freak e la diversità della famiglia Addams e del primo Tim Burton.
Sabrina è un'anti-eroina intelligente e brillante, che quindi finisce come molti anti-eroi per essere preda della propria sete di potere, ma il gender swap e la collocazione generazionale contribuiscono a rendere interessante e in parte rivoluzionario un racconto che poggia le proprie basi su una struttura molto convenzionale da bildungsroman e che si prende moltissimo tempo per introdurre non solo l'universo di riferimento ma la sua stessa protagonista.
Da questi punti di vista Le terrificanti avventure di Sabrina paga il pegno al proprio pubblico ideale di riferimento mantenendo spesso un tono molto esplicativo e quasi didattico, ma affianca a questa semplicità dei notevoli picchi nella scrittura dei personaggi di contorno (le due zie Zelda e Hilda sono costruite con grande precisione e con sprazzi di originalità, e il personaggio di Prudence, nemesi di Sabrina, funziona spesso meglio della protagonista stessa) e una grande attenzione alla costruzione della tensione e dell'atmosfera.
Sebbene a fine prima stagione si abbia la sensazione di aver assistito a una lunga introduzione, e l'episodio di Natale non abbia contribuito sensibilmente a fugare quest'impressione, l'attento world bulding e l'attenzione verso temi molto contemporanei come l'identità di genere contribuiscono a collocare la serie su un gradino piuttosto alto rispetto alla maggioranza dei prodotti teen, ibridati o meno che siano con altri generi, e stabilisce un ottimo presupposto creativo per una seconda stagione che avrà la solidità e lo spazio per osare di più.