Russian Doll
Tra "Ricomincio da capo" e la teoria delle stringhe, su Netflix la sorprendente serie creata da Natasha Lyonne, la Nicky Nichols di OITNB.
Da William James a Hugh Everett III, tra “interpretazione di Copenhagen”, teoria delle bolle e teoria delle stringhe, il Multiverso ha sempre affascinato la narrativa fantastica, magari con implicazioni filosofiche. Basti pensare alle opere di Borges. Il cinema, per sua natura, è un multiverso: un universo che si ripete uguale e diverso ogni volta. Non a caso quando si fa partire un proiettore o il tasto play di un dispositivo, il testo audiovisivo si ri-produce, si produce un'altra volta. Uguale e diverso...
Da William James a Hugh Everett III, tra “interpretazione di Copenhagen”, teoria delle bolle e teoria delle stringhe, il Multiverso... un attimo... questa cosa l'ho già scritta, Borges, la riproduzione... dov'ero? Uguale e diverso: sul set attraverso la reiterazione della stessa azione, ma diversa nell'efficacia, nei vari ciak; o nella reiterazione della stessa azione, ma da diversi punti di vista, nei vari punti macchina. Uguale e diverso...
Da William James a Hugh Everett III, tra “interpretazione di Copenhagen”, teoria delle bolle e teoria delle stringhe, il Multiverso ha sempre affascinato... ok, inutile soffermarmici, andiamo avanti. Uguale e diverso per lo spettatore: in sala, in tv, su tablet, su telefonino, lo stesso testo audiovisivo può essere percepito in maniera differente.
Da William James a ...merda! Il racconto in loop non è certo una novità e lo avrete letto un po' ovunque: Russian Doll, la serie Netflix creata da Natasha Lyonne (anche protagonista) e Leslye Headland (anche regista) col contributo di Amy Poehler (Parks & Recreations), sfrutta un espediente reso famoso dal celebre Ricomincio da capo, diretto nel 1993 da Harold Ramis e interpretato da Bill Murray, ma che poi abbiamo ritrovato in altre opere, dalla seconda regia di Duncan Jones, Source Code, al nuovo franchise Blumhouse Auguri per la tua morte, passando per Edge of Tomorrow di Doug Liman con Tom Cruise e Prima di domani di Ry-Russo Young.
Da William... sì ok... il racconto in loop... Ricomincio da capo (a proposito, Russian Doll è stato reso disponibile sulla piattaforma Netflix il 1 febbraio 2019, il giorno prima dell’effettivo giorno della Marmotta, il 2 febbraio)... Auguri per la tua morte...Tom Cruise...no, un attimo, torniamo indietro...Auguri per la tua morte e Prima di domani in particolare si ricollegano a Russian Doll perché anche lì la protagonista muore (nel primo viene uccisa, nel secondo un incidente) e le ulteriori possibilità di vita, in qualche modo, rappresentano una maledizione e una nuova occasione. Quella che vorremmo tutti (e che realizziamo, in fondo, nei videogame di cui la protagonista Nadia è programmatrice) di ritornare sui nostri errori, per eliminare rimpianti e rimorsi. Inoltre Nadia ha la possibilità di indagare, nel suo (quasi) eterno ritorno, i diversi lati del suo carattere, le diverse Nadia che si nascondono nella Nadia principale, nella più grande delle bambole della Matrioska.
Da William James... lasciate perdere... è qui che l'espediente del loop temporale incontra la teoria delle stringhe... o delle bolle... o “l'interpretazione di Copenhagen”... ok, lo avete già avete letto... diciamo che è qui che Russian Doll incontra Ritorno al futuro 2, per cui Nadia scopre di non essere l'unica e che ha la possibilità di migliorare o, per meglio dire, di scavare a fondo in sé stessa e portare alla luce la sua parte migliore, l'ultima bambola, quella che non si apre più.
Da Will... e tutto quello che avete già letto... è nell'ultimo episodio che Russian Doll incontra la celebre sequenza in split screen de Le regole dell’attrazione di Roger Avary, in cui James Van Der Beek e Shannyn Sossamon dapprima separati si ritrovano uniti nella stessa inquadratura dalla semplice cancellazione della linea di separazione. La reductio ad unum delle due Nadia ci dice che ognuno reca in sé diversi lati e che conoscendoli la vita può essere migliore. Ma bisogna scavare dentro di sé, e dentro, e dentro, e dentro, e dentro, e dentro...