Sex Education

L'ultima serie teen di casa Netflix è un funzionale amalgama di furbizia e gradevolezza, un coming of age accattivante che si limita però a restare nella tradizione.

Sex Education - recensione serie tv netflix

L’attenzione al pubblico degli adolescenti, anche e soprattutto in ambito seriale, ha rappresentato da subito una delle chiavi del successo di Netflix: sia nell’acquisto di titoli di catalogo più o meno già noti, sia nella produzione di serie originali in cui il genere teen è stato declinato secondo varie categorie. L’esempio più fortunato rimane senz’altro Stranger Things, fenomeno di massa in grado di fondere teen comedy, horror sci-fi ed effetto-nostalgia degli anni Ottanta, mentre nel filone drammatico ha suscitato un’eco vastissima la prima stagione di Tredici. Nel settore del dramedy più modulato e dal taglio brillante si collocano Atypical e The End of the F***ing World, mentre costituisce un caso a sé l’eccellente American Vandal, in cui il formato del mockumentary funge da veicolo per uno sguardo lucido e satirico sull’universo scolastico. Scorre invece su binari ben più convenzionali una delle recenti novità della scuderia Netflix: Sex Education, serie britannica in otto episodi ideata da Laurie Nunn, con Ben Taylor e Kate Herron alla regia, resa disponibile nel gennaio 2019.

L’ambientazione privilegiata è naturalmente il microcosmo del liceo, con la sua riproposizione di spregiudicati meccanismi sociali e di complesse dinamiche relazionali, e il personaggio focalizzatore è Otis Milburn, che ha il volto del ventunenne Asa Butterfield: un ragazzo timido, pacato e responsabile, che si mantiene ai margini dell’agone scolastico in compagnia del suo miglior amico, Eric Effiong, più spigliato ed esuberante, il quale fatica a conciliare la propria omosessualità con una famiglia religiosa e conservatrice. Ma il tratto distintivo di Otis, benché paralizzato di fronte al sesso e con difficoltà insormontabili nella masturbazione, risiede in un’approfondita conoscenza teorica della sessualità e dei suoi risvolti psicologici: una conoscenza assorbita da sua madre, Jean F. Milburn (ruolo affidato a Gillian Anderson), stimata sessuologa autrice di best-seller e con una vita privata alquanto vivace.

Nella cornice domestica, il conflitto alla base di Sex Education è appunto quello fra un adolescente insicuro come Otis e una figura materna spesso ‘ingombrante’, a cui il giovane rimprovera una mancata riservatezza e lo scarso rispetto nei propri confronti; un conflitto esacerbato in prossimità del finale di stagione, ma ancora in corso di sviluppo. Uno spazio assai più ampio è dedicato alla scuola, teatro di sfide incessanti per Otis ed Eric: due tipici outsider impegnati a farsi accettare dagli altri e ad accettare pienamente se stessi, a dispetto di ipocrisie, pregiudizi e piccole crudeltà dei loro coetanei. In questa prospettiva il modello di riferimento più prossimo di Sex Education non è tanto il già citato Tredici ma piuttosto Glee, teen comedy musicale arrivata esattamente con un decennio d’anticipo: per l’intensa empatia espressa verso i protagonisti, relegati ai gradini più bassi della gerarchia del liceo; per l’approccio sostanzialmente ironico e talvolta sopra le righe della narrazione, in cui i drammi vengono stemperati nella leggerezza e nell’umorismo; e per la tendenza ad allontanarsi da un registro davvero realistico in favore di una comicità che a tratti rasenta quasi la parodia (seppure in misura molto più calibrata di quanto non accadesse in Glee).

A Otis e al suo deuteragonista Eric si aggiunge fin dal pilot un’altra outsider: Maeve Wiley, che dietro l’attitudine punk da scostante bad girl non tarda a rivelare una profonda intelligenza e una sensibilità pari a quella di Otis. I due, infatti, stipuleranno un bizzarro accordo alla radice del titolo stesso della serie: sfruttare le competenze di Otis per fornire ai compagni di scuola un’opportuna “educazione sessuale”, che permetterà loro di affrontare con maggiore consapevolezza i più disparati problemi in campo erotico e affettivo. In ogni episodio, pertanto, Otis si cimenta in qualità di terapeuta del sesso su un caso specifico, dando modo agli autori di portare di volta in volta in primo piano i vari personaggi secondari; personaggi che, tuttavia, appaiono fin troppo vincolati ai classici stereotipi del genere di riferimento, risultando di rado compiuti e credibili.

Nel legame con la tradizione, del resto, è individuabile il principale limite della prima stagione della serie: tanto nella caratterizzazione dei comprimari, quanto in alcune soluzioni narrative forzate o prevedibili. E nell’economia del racconto, ovviamente, un’importanza rilevante è destinata al plot romantico: il sentimento di Otis per Maeve, frenato però dal senso di inadeguatezza del ragazzo e ostacolato dalla concorrenza di un ‘rivale’, il nuotatore Jackson Marchetti. Amori e amicizie, la scuola e la famiglia, il rapporto con gli altri e una rinnovata coscienza di se stessi sono dunque le coordinate di questo coming of age abbastanza canonico ma pur sempre accattivante: Sex Education non avrà l’ambizione di sfidare il paradigma delle serie teen, ma in compenso aderisce a tale paradigma con un funzionale amalgama di furbizia e gradevolezza.

Autore: Stefano Lo Verme
Pubblicato il 11/03/2019
UK 2019
Durata: 1 stagione da 8 episodi

Articoli correlati

Ultimi della categoria