Guillermo del Toro rivisita il classico di Collodi ribaltandone totalmente la morale e ripensando il racconto, dando risalto con la stop-motion alla dimensione artigianale e plastica del proprio cinema.
Il film più cupo di Del Toro, e anche il più lontano dai suoi stilemi, scoperchia e disinnesca i trucchi da prestigiatore dello stesso regista, in una parabola morale sul cinema e i suoi inganni.
Pamphlet apocalittico, satira frontale, ma soprattutto fotografia non troppo deformata di un'umanità indifferente a tutto perché ormai incapace di comprendere sé stessa e affrontare il reale. Adam McKay torna con il suo progetto più ambizioso e disfattista.
Un film che sembra uscire da un mercatino dell’usato di una città periferica, e dona un Eli Roth quanto mai misurato e coerente.
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