Nel biodrama dedicato a Shirley Jackson, Decker inverte i termini della biografia, sfruttando un episodio fittizio per dar vita alla scrittrice e indagare il processo creativo.
Dal progetto fallito del Dark Universe nasce uno dei grandi horror di questi anni, magnifico meccanismo di tensione che gioca con lo sguardo e il non-visto ma inchioda al muro i veri mostri del contemporaneo.
Mangold affronta la malattia mentale traducendola nell'idea di uno spazio chiuso, novella caverna platonica, ove la guarigione dello spirito rappresenta la scelta di un consapevole ingresso nel mondo.
L'orrore e la metafora: Jordan Peele torna al suo horror "sociale" con un film rozzo ma potente, che ne mette in luce i difetti e moltiplica le potenzialità.