Un'operazione anacronisticamente e orgogliosamente analogica nel bel mezzo dell'era digitale, imperfetta ma totalmente consapevole nel suo rifiuto ostinato delle regole del blockbuster contemporaneo.
La forma del tempo: Valerio Mieli scolpisce il suo secondo film sul turbinio di ricordi e di emozioni dettati dalla memoria. Ne emerge un piccolo gioiello di rara fattura.
In questa personale via crucis fatta di dolore, lacrime e sangue i personaggi lottano e amano come disperati, cercando di sfuggire alla tragica sorte alla quale sono destinati sin dalla nascita.