L'estremo controllo formale e la consueta moltiplicazione di vicende e personaggi al servizio di un cinema che sembra adagiarsi su se stesso, e in cui sempre più latita emozione e sorpresa.
L'ultimo progetto diretto da Paul Greengrass è un inno alle geometrie dell'immagine e della vita, oltre che una riflessione sul potere dello storytelling in grado di curare le ferite di un corpo (sociale) oltraggiato.
Nel film di Marielle Heller la storia di una pietra miliare della televisione americana nasconde in sé le suggestioni di strumento di analisi psicoanalitica per far pace col bambino che ogni adulto porta in sé.