Nuovo Cinema di Pesaro - Presentazione della 55° edizione
Presentata a Roma la nuova edizione del Pesaro Film Festival, promettente incontro tra ricerca sperimentale e anima popolare per una Mostra unica in Italia.
Tra passato, presente e futuro del cinema.
Così si presenta la 55° edizione della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, con una frase che può sembrare a effetto ma che invece è ancora una volta esemplificativa dell’identità profonda di una manifestazione multiforme certo, esplosa geograficamente e linguisticamente, ma che proprio nella sua eterogeneità conferma di saper conservare la propria coerenza e coesione. Come esplicitato dal direttore Pedro Armocida, il Pesaro Film Festival prosegue nella sua strada chiedendosi «dove è il (nuovo) cinema oggi?», quesito guida che non punta a generare risposte certe, finite (se così fosse che senso avrebbe continuare?) quanto piuttosto a innescare a catena altri dubbi, esplorazioni, scoperte. Tra le pieghe delle quali pulsa, sotterranea, la domanda: cosa è un festival oggi? A cosa può servire? Forse, a guidarci proprio lì, tra passato, presente e futuro.
In questo senso non delude affatto la presentazione dello sfaccettato programma di questa nuova edizione, che dimostra ancora una volta di saper essere divulgazione e ricerca, condivisione e sperimentazione, storia e scoperta. Questo binomio attraversa tutte le sezioni del Festival e si manifesta anzitutto nella variabilità dei supporti presenti – digitale, 35mm, 16mm, Super8 – attraverso i quali si porterà avanti un dialogo tra l’anima popolare del progetto e la sua tradizione cinefila, scientifica, avanguardistica. A riguardo colpisce un Concorso con opere prime e seconde che si apre, letteralmente, a tutto il mondo, ospitando al suo interno sguardi da paesi come Giappone, Cile, India, Singapore, Brasile, Spagna e Taiwan; i focus dedicati al cinema femminile di Russia e Spagna (integrati da un nuovo percorso di Lezioni di storia, questa volta incentrato sul cinema femminista degli anni Settanta); gli omaggi a due trasmissioni tv diverse e per certi versi complementari come Stracult e Fuori Orario, quest’ultima in particolare protagonista di un incontro collettivo e di una mini-selezione interna con titoli inediti che non sono riusciti ad arrivare sul programma e che saranno invece dirottati qui, nelle sale pesaresi. In parallelo la Mostra conferma spazi importanti come quelli dedicati al cinema-saggio, agli home movies, alle sperimentazioni sonore (sempre sorprendenti e intriganti le serate musicali offerte dalla sezione Il muro del suono) e soprattutto al cinema (neo)sperimentale italiano, quel prezioso percorso nel Fuorinorma intrapreso negli ultimi anni da Adriano Aprà e il cui punto di arrivo sarà la presentazione dell’omonimo libro a esso dedicato.
Tuttavia di doppia anima si parlava, di sguardo popolare e sperimentazione; per questo la consona pubblicazione Marsilio che sempre accompagna il Festival è dedicata al cinema di genere italiano, con un testo intitolato Ieri, oggi, e domani – Il cinema di genere in Italia, curato dal direttore Armocida assieme a Boris Sollazzo. La pubblicazione è la controparte cartacea dello spazio retrospettivo che la Mostra dedica quest’anno al genere italiano, western, poliziottesco e giallo che animano una raccolta di film presentati nel nuovo spazio del Cinema in spiaggia, pensato per moltiplicare le identità urbane della Mostra e raggiungere così nuovi tipi di pubblico.
Questi e altri sono gli aspetti che colpiscono e attirano dell’imminente edizione del Festival, una Mostra che negli ultimi anni ci appare esser stata in grado di rilanciarsi e affermarsi con un’identità forte, sfaccettata, intelligentemente tarata sul dialogo tra parti diverse. Il Nuovo Cinema di Pesaro è una manifestazione con una storia gloriosa e importante alle spalle, ma fortunatamente quella spinta a conoscere, mostrare, scoprire, sembra non essersi spenta, e anzi adattata alle esigenze e sfide del cinema di oggi.