Abel Ferrara - Un filmaker a passeggio tra i generi

Tratteggiare il profilo di un regista così controverso ed espressivamente potente come Abel Ferrara in poche righe è impresa ardua e rischiosa. Un artista che con la sua personalissima visione del mondo è riuscito a concederci dei lavori d’intensa maestria e profondità. Acuto misuratore dell’animo umano, diviso tra il Bene ed il Male assoluti, tra la santità ed il peccato, tra la luce del giorno e la notte della strada, con il suo stile umorale, sgangherato ma pur sempre originale ha percorso, trasversalmente, quarant’anni di cinema americano. Fabrizio Fogliato con la sua monografia dal titolo Abel Ferrara - Un filmaker a passeggio tra i generi, edito da Sovera Edizioni, ripercorre la strada artistica del regista del Bronx partendo dal principio, dal cortometraggio Nicky’s Film (1971), che segnerà l’inizio della collaborazione con lo sceneggiatore Nicholas St. John – collaborazione che continuerà per molti altri film del regista – e terminando con il film 4:44 – Last Day on Earth (2011). L’autore ci accompagna nel percorso monografico in maniera attenta e puntuale, non tralasciando assolutamente nulla, conscio del fatto che Abel Ferrara è tanto materiale d’indagine, è un artista visivo poliforme che dimostra la sua visione del mondo non solo ad un livello puramente cinematografico, ma anche realizzando videoclip, cortometraggi, puntate seriali, autore di progetti poi non concretizzati; e per capire appieno Ferrara occorre conoscere anche cosa non è riuscito poi a realizzare, quelle opere in potenza di un regista maledetto.

Ed è proprio Baudelaire che, a mio avviso, meglio si avvicina a livello poetico al maestro del Bronx, due artisti con gli stessi comuni denominatori, che pongono gli stessi massimi valori in contrasto, varie sfumatura umane di rabbia, pazzia e risentimento insieme a gesti estremi di amore, entrambi dipingono gli stessi paesaggi notturni, torbidi e desolanti, utilizzando ognuno un diverso pennello espressivo in un diverso contesto storico. Per Ferrara il paesaggio preferito è la New York violenta e criminale, una città sopraffatta da un disfacimento dei valori affettivi, violentata dalla notte ed in comunione con la catarsi della luce del giorno, chi la abita è un disperso, un trasandato dal fosco temperamento, un peccatore pronto a redimersi o un santo in peccato. Regista di opere profonde, intense, sempre attraversate da un passionale amore per la settima arte e per le sue infinite possibilità espressive.

Fabrizio Fogliato nel tratteggiare il percorso cinematografico di Ferrara analizza accuratamente ogni singola opera, mettendola in relazione con il contesto di appartenenza, in dialogo con la vita del regista e dei suoi fedeli collaboratori, aggiungendo interviste ed instaurando interconnessioni semantiche tra varie opere cinematografiche di vari autori, messe in relazione con le opere realizzate dal regista. Ogni singola analisi dell’opera è seguita da una recensione sul film affrontato, più una serie di selezionati interventi critici altrui su ogni film in esame.

Ed è proprio attraverso queste correlazioni tangenziali che si instaurano intorno alla filmografia di Ferrara che viene raccontato tutto un universo cinematografico con il quale egli viene a contatto, un racconto trasversale di un regista in grado di usare il genere di riferimento piegandolo alle proprie esigenze espressive. Un camminatore, così come viene enunciato dal sottotitolo, tra i generi, dall’horror al gangster/criminal movie, dal rape&revenge al remake, dal biopic al documentario; affrontati sempre con il suo caratteristico stile personale ed usati come contenitori per trasmettere la sua poetica cinematografica. Leggendo il libro di Fogliato si struttura chiaramente nel lettore un quadro ampio e dettagliato della poetica ferrariana, che mette in relazione più opere affini appartenenti a diverse poetiche autoriali, tenendo sempre, e saldamente, l’epicentro discorsivo intorno alla figura del regista. Un libro molto accurato sia se si vuole conoscere, dal principio e dettagliatamente, la cinematografia del regista, e capace di stimolare l’interesse sia del neofita, attraverso una chiara differenziazione tra analisi e recensione, sia il cultore, in grado di godere delle molte correlazioni contestuali con altre personalità e contesti cinematografici.

Autore: Giorgio Sedona
Pubblicato il 22/01/2015

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