Insane
Un film disturbante e divertente che regala personaggi iconici
Creare un grottesco affresco di personaggi sopra le righe e situazioni esagerate è una delle poche operazioni che sono diventate necessarie e, quasi, obbligate per uscire dalla stretta alternanza commedia-drammatico che riguarda i generi cinematografici maggiormente battuti in Italia. Eros D’Antona sceglie così di rivolgersi al crime movie più goliardico per realizzare il proprio lungometraggio d’esordio, intenzionato a distinguersi fin da subito dalla nostrana produzione di film; per cominciare facendosi notare immediatamente il regista realizza un’opera dirompente, un demenziale schiaffo in faccia allo spettatore, un gesto insano che faccia destare quest’ultimo da un torpore prolungato e insensato.
Nasce da qui Insane, pellicola dalle tinte forti e variegate. La storia non tenta di risultare originale, dispiegandosi sul classico intreccio di vendette e corruzione all’interno di un ambiente malavitoso; semmai a meritare di essere premiata è la scelta di rendere più internazionale la vicenda, con personaggi americani che si ritrovano a vivere le proprie vicende in uno sperduto paesino pugliese, riuscendo con questa premessa a contenere i costi e le fatiche di produzione senza rinunciare al fascino dell’afflato d’oltreoceano (ma non mancano riprese effettuate a Los Angeles). Ciò che rende degno di lode il film è la scrittura dei personaggi e la loro interpretazione da parte degli attori: il cast fa dignitosamente il suo dovere nel proporre le varie figure nate dalla penna dello stesso Eros D’Antona (che oltre a stendere la sceneggiatura ha curato anche la fotografia), ma la menzione speciale tocca alle due star della storia, Frank interpretato da Alex Lucchesi e il suo antagonista Condom, che assume i connotati del fratello dello stesso regista, Roberto D’Antona. I due attori danno vita a contendenti diversissimi fra loro, risultando assolutamente tagliati per le rispettive parti e donando ai loro alter ego una caratterizzazione forte e credibile in ogni momento. L’aspetto più grandioso è la dicotomia che si instaura fra di loro: l’essere così differenti si ripercuote sull’intera atmosfera della pellicola, che passa dai toni cupi e noir incarnati da Frank a quelli demenziali e da cartone animato (sottolineati letteralmente da suoni tipici dei cartoon) creati dalla presenza di Condom. Quest’ultimo è il personaggio più studiato e curato, un incrocio fra Jim Carrey e il Joker, di cui non a caso imita il vestiario; nonostante tutti i personaggi abbiano, chi più chi meno, una componente di squilibrio mentale dentro di loro, il killer interpretato da Roberto è ancora più disturbante nella sua essenza e nelle torture che mette in atto ai danni delle sue malcapitate vittime.
In questo modo viene mantenuta la promessa del titolo, quella di offrire allo spettatore qualcosa di insano, largamente fuori dal decoro comune e dagli stessi canonici standard cinematografici. Ma qui arriva il problema di Insane: il film affida gran parte del suo potenziale ai personaggi e agli interpreti di essi, trascurando aspetti come la scenografia e lo sviluppo narrativo stesso, per menzionare i più evidenti. In particolare, la trama non riesce ad essere abbastanza accattivante e, per di più, si porta dietro il grosso limite della pellicola: non aggiungere molto a livello narrativo, né tematico. Sotto questo aspetto per Eros si tratta di un’occasione non sfruttata pienamente, quando invece le potenzialità erano più proficue. Alcune scelte registiche restano indubbiamente interessanti, ma in definitiva l’intero prodotto risulta solo un buon divertissement. D’altra parte il film, nel poggiare il suo peso specifico sul carisma dei personaggi, riflette l’epoca odierna in cui si è pronti ad affidare tutto all’apparenza, alla ricerca di uno status quo che immola sull’altare dell’edonismo la sostanza del vissuto. Uno spunto di denuncia sociale è possibile trovarlo quando l’amico Christian suggerisce a Frank che se si vuole arrabbiare gli basta accendere la televisione, poiché «siamo in Italia». Non è certo indispensabile ricercare un messaggio trascendentale in un film d’exploitation; ma, dato quanto detto all’inizio sulla necessità di proporre nuove realtà nel panorama cinematografico italiano, avrebbe certamente giovato alla pellicola tentare qualcosa di più profondo per poter fronteggiare con maggior cognizione di causa lo stagno della produzione del Belpaese.
Non è certo un problema, comunque. Insane vale benissimo la visione, anche ripetuta, per divertirsi con il folle Condom, esaltarsi con il rude Frank, entusiasmarsi con l’oltremodo sensuale Katia (interpretata da Crisula Stafida). Inoltre si va ad apprezzare la colonna sonora di stampo western che sottolinea i duelli e i momenti di sfida e rabbia dei personaggi, così come brani di musica classica accompagnano in modo straniante episodi crudi o comunque bizzarri. In tutto ciò è evidente che la passione per la settima arte da parte di Eros si percepisca pienamente e, unita al talento di Roberto, può permettere ai due fratelli (a cui si aggiunge il terzo, Mirko D’Antona, che qui è presente in un paio di scene prestando il volto al sovrintendente De Vita) di essere pronti a regalare grandi emozioni e novità con i loro successivi lavori.