ZeroZeroZero - Episodi 1 e 2

di Stefano Sollima

I primi due episodi diretti da Stefano Sollima rielaborano il materiale di partenza e lo trasformano in un denso congegno narrativo che centra il proprio obiettivo.

ZeroZeroZero - Recensione Point Blank

A dimostrazione dell’ampio interesse riservato dalla Mostra del Cinema di Venezia ai dispositivi mediali diversi da quello cinematografico è arrivata anche la seconda serie presentata durante quest’ultima edizione del festival lagunare. Dopo gli episodi 2 e 7 di The New Pope, infatti, è toccato ai primi due tasselli del mosaico che compone ZeroZeroZero adagiarsi sul tavolino su cui, poi, Sky Atlantic provvederà ad affiancare i restanti pezzi del puzzle.

E proprio come tasselli di un mosaico, i personaggi di questi primi episodi si muovono nell’ambito di macro-segmenti ben definiti ed ambientati in tre località differenti: l’Aspromonte, New Orleans e Monterrey. Si tratta dei tre vertici di quel triangolo su cui si concentra il mercato della cocaina nella serie diretta da Stefano Sollima, Janus Metz e Pablo Trapero e tratta dall’omonimo romanzo di Roberto Saviano. Questi due primi tasselli provvedono ad introdurre tutti i personaggi di cui seguiremo le traiettorie nel resto della prima stagione. In Calabria, un gruppo di giovani boss si ribella al potere decennale dell’anziano capofamiglia e prova a rovesciare a proprio favore le dinamiche interne al clan di appartenenza. Poi c’è la Louisiana di un'agiata famiglia di broker in quello che si promette essere uno dei segmenti più interessanti: padre, figlia e figlio hanno dedicato la loro vita a operazioni legali e a commerci illegali e provano a fare di tutto per salvare la loro azienda familiare. Infine, la parte ambientata in Messico presenta una serie di soldati appartenenti a squadroni della morte. Il loro compito è quello di colpire i cartelli nei loro punti deboli anche se il rischio della corruzione interna è ben presente e rischia di mandare a monte ogni operazione.

Sia ben chiaro, nonostante lo sguardo d’insieme del regista riesca ad amalgamare bene i frammenti esplosivi di cui si compone ogni episodio ambientato in un luogo differente, i tre ambienti portano con sé una serie di peculiarità e di differenze di grana grossa. La fame d’intrattenimento di Sollima è notevole e il regista riesce a declinarla seguendo spunti singolari e, a tratti, altalenanti. Com’è fisiologico, sono le parti ambientate in Italia a risultare le più derivative e le più aderenti ad alcuni stereotipi che semplificano il discorso di fondo, lasciandolo aderire a riferimenti narrativi ben distinguibili. Il maggior lavoro nella divisione in capitoli tra Compratori, Fornitori e Intermediari riguarda i segmenti messicani e americani. Il primo, infatti, segue la storyline di un soldato che si muove nelle tenebre, quasi un angelo della vendetta che si barcamena tra narcos e rapporti di amicizia con i suoi colleghi. Il suo personaggio schiude numerosi percorsi che attendiamo vengano sviluppati nelle successive puntate. I frammenti americani, a loro volta, contribuiscono ad allargare globalmente il senso dell’operazione e abbandonano le dinamiche dinamitarde ed action del Messico per concentrarsi su un dramma umano di natura familiare. In che modo la corruzione e il male sono radicati nella società, nella famiglia e nell’essere umano, andando ad innervare ogni tipo di rapporto tra persone appartenenti a luoghi diversi? Ovviamente, non è compito della serie co-diretta da Sollima quello di rispondere alla domanda ma di seguire la liquida espansione degli intrecci narrativi di un prodotto di inchiesta qui piegato alle esigenze di un racconto globale che attinge ad archetipi per rendere la propria struttura più forte e coesa. Per adesso, l’obiettivo è stato centrato in pieno.

Autore: Matteo Marescalco
Pubblicato il 06/09/2019

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