Nell'anti-melò di Ridley Scott le passioni scompaiono, sostituite da manichini di plastica e occhi(ali) senza volto. Cerebrale e coerente: ma vincere l'Oscar così è dura.
Mangold affronta la malattia mentale traducendola nell'idea di uno spazio chiuso, novella caverna platonica, ove la guarigione dello spirito rappresenta la scelta di un consapevole ingresso nel mondo.
Villeneuve piega il mito ad una riflessione metalinguistica scaturita dalla rivoluzione sintetica dell'immaginario. Nessuna nostalgia o feticcio, dobbiamo tornare alla memoria e al sentimento.
Nonostante i rimaneggiamenti Warner inflitti per richiesta del fandom, il film di Ayer riesce a conservare in tutta la sua incoerenza una personalità distinta rispetto agli altri cinecomics