Il secondo lungometraggio di Kelly Reichardt è un'opera con le caratteristiche dell'aesthetic of slow che immerge lo spettatore in un paesaggio post-industriale, sfondo ad una critica al neoliberismo americano.
Uno dei migliori film di Reichardt, un western ricercato, rarefatto, dedito agli interrogativi più ancestrali e profondi della natura umana, inevitabilmente simbolico in modo urgente e necessario.
Un dramma dagli echi dostoevskiani dove all’elaborazione di una tragedia inaspettata si accompagna il progressivo slittamento in un mondo notturno da incubo.