Kemp. My best dance is yet to come

di Edoardo Gabbriellini

Menzione Speciale La Festa di Cinema del Reale - Asolo Art Film Festival 2019

Kemp. My best dance is yet to come di Edoardo Gabbriellini

“No art is superior to another one, but every art looks for expertise and perfection. This is life, which continues; this is why there is no death. There is continuation. There is no silence. There is a continuation of thought.” In questo pensiero di Marcel Marceau potrebbe racchiudersi l’essenza della vita di Lindsay Kemp. Sarebbe estremamente complesso riuscire a categorizzare il senso del lavoro proposto dall’artista britannico nel corso della sua vita. Ballerino, mimo, coreografo, regista, attore: il suo è un percorso artistico pensato e realizzato al fine di rinnovare e potenziare l’Arte stessa, che non trova né ostacoli né gabbie politiche, ideologiche e sociali. Kemp attraversa i campi della sperimentazione, la visione onirica, il gusto dell’eccesso e la narrazione mimica; ne fa proprie le radici più profonde per poi restituirle in opere che, pur se difficilmente assimilabili ad altre analoghe (o, forse, proprio per questo), ipnotizzano lo spettatore e lo rigettano, simbolicamente, in uno stato arcaico e primitivo dell’esistenza.

Nell’arte di Kemp sembrano vivere due realtà osmotiche e contrapposte al tempo stesso: da un lato si fa strada la sensazione di aver già visto e vissuto l’opera che si sta osservando, mentre dall’altro si percepisce di essere dinnanzi a qualcosa di innovativo, embrionale, mai incontrato in queste sembianze.  Dalla sperimentazione di Derek Jarman e Ken Russel all’onirismo di Werner Herzog e Klaus Kinski; dall’opera rock e glam di David Bowie all’Horror Vacui di Carmelo Bene, fino ad aprirsi alla Trilogia della Vita di Pasolini e alla sua successiva eresia visionaria Salò o le 120 giornate di Sodoma. Tutto è presente all’interno della poetica di Kemp ma, allo stesso tempo, nulla è ripetuto; un ciclo in costante evoluzione, che porta il pubblico a (ri)vivere emozioni quasi primordiali.

Edoardo Gabbriellini è volto noto del cinema italiano: attore per Virzì (Ovosodo, Baci e abbracci, Tutta la vita davanti), Guadagnino (Io sono l’amore) e Gianni Zanasi (Non pensarci), ha avuto già modo, in passato, di vestire i panni di regista (B.B. e il cormorano e Padroni di casa). Ciò che colpisce positivamente nel suo documentario Kemp. My best dance is yet to come è la totale assenza di didascalismo e classicismo di genere. Gabbriellini elude la “cronistoria d’artista” ed evita la ricerca di altri personaggi che a Kemp si sono ispirati, per concentrarsi sul percorso artistico raccontato in prima persona. Poche le informazioni biografiche che emergono (la nascita sull’isola scozzese Lewis e Harris, il padre marinaio, la madre da lui stesso definita una “party girl”, la ricerca di ispirazione in alcol e LSD), semplice corredo alla sua opera.

La narrazione di Gabbriellini è asciutta e diretta, sintetica (63 minuti la durata del film) ed estremamente curata nel montaggio, che alterna interviste all’artista con ricche sequenze di repertorio. La sua macchina da presa è quasi del tutto impercettibile: all’interno della casa livornese di Kemp (alcova dei suoi ultimi anni di vita), fin dalle prime immagini lo spettatore viene trasportato in un mondo onirico, sperimentale e frammentato.

Quello che emerge, infine, è un ritratto intimo ed essenziale: chi osserva è invitato nel soggiorno vittoriano di casa Kemp e non può fare altro che restare affascinato da un racconto che, dopo un’iniziale predisporsi verso lo spettatore, sembra (auto)rivolgersi al narratore stesso come se si fosse di fronte a uno specchio, o – misteriosamente - ad un Io passato.

Kemp. My best dance is yet to come è un lavoro prezioso e completo, che permette di comprendere al meglio Lindsay Kemp e di osservare il suo multiforme operato, la sua fantasiosa sperimentazione e la sua arte rivoluzionaria che, come nutrendosi di input dal sapore primordiale, interrogando e provocando costantemente lo spettatore, si fa viva e diviene specchio dell’Arte stessa.

Autore: Donato Guida
Pubblicato il 04/07/2019
Italia, 2019
Durata: 63 minuti

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