Dan è un giovane professore di storia, entusiasta del suo lavoro e molto apprezzato dai suoi studenti. Lavora in una scuola che si trova in un quartiere disagiato, dove non sempre i ragazzi hanno alle spalle una situazione familiare stabile e solida. Stanco degli ordinari metodi di insegnamento che finiscono per annoiare gli alunni senza coinvolgerli, Dan si attiene ben poco al programma didattico e cerca invece di stabilire con gli studenti un rapporto più informale e aperto, così da farli sentire a loro agio e sempre liberi di esprimere le loro idee e i loro pensieri. In questo modo gli alunni – in maggioranza neri – si appassionano alla storia e allo studio dei diritti civili, imparando senza troppa fatica le tappe del difficile cammino verso l’uguaglianza razziale e sociale negli Stati Uniti.
Purtroppo però Dan nasconde un problema che rischia di compromettere anche il suo lavoro. Se ne accorge la dodicenne Dray, un’alunna che casualmente lo sorprende a drogarsi nel bagno della scuola. La ragazzina, abituata a situazioni difficili (la madre lavora troppo per starle dietro, il padre non c’è mai e il fratello è in carcere per spaccio), aiuterà, senza scomporsi tanto, il suo professore a riprendersi dallo stato pietoso e imbarazzante in cui lo trova. Tra i due nasce presto un rapporto d’amicizia rispettoso e solidale. Sarà Dan infatti a difendere Dray quando lo spacciatore amico del fratello di lei cercherà di coinvolgerla nel suo giro di droga.
Il protagonista di Half Nelson vive quindi una sorta di paradosso: leale e serio come professore, protettivo e paterno nei confronti di Dray, ma al contempo incapace di liberarsi dalla dipendenza dalla cocaina e perciò, in qualche modo, di badare a se stesso. Deluso e amareggiato dalla propria vita privata, Dan sembra non riuscire a superare la fine della storia con la sua ex ragazza Rachel, anche se nel frattempo inizia a frequentare Isabel. Ma anche questo nuovo rapporto stenta a consolidarsi a causa dell’instabilità di Dan.
La presenza di Dray, che si avvicina a Dan senza mai giudicarlo, darà al professore una nuova occasione per riflettere sulla propria condizione, aiutandolo infine a fronteggiare i suoi problemi con rinnovata energia. Del resto, anche la ragazzina – sebbene matura e seria – ha bisogno di qualcuno che le presti attenzione e si prenda in qualche modo cura di lei. Il disagio e la solitudine finiranno quindi per avvicinare due persone apparentemente distanti, che troveranno in questa amicizia sincera e inaspettata un modo per lenire in parte le loro ferite.
Il protagonista Ryan Gosling è una delle più forti rivelazioni attoriali degli ultimi anni, conosciuto dal grande pubblico con i quasi contemporanei Le Idi di marzo e Drive; al suo attivo però l’attore ha precedenti interpretazioni altrettanto interessanti, da Blue Valentine – recuperato in questa sede un mese fa – a questo Half Nelson, per il quale è stato candidato all’Oscar come miglior protagonista. Del resto i premi e le candidature ricevute dal film, presentato tra l’altro al Sundance Film Festival, sono stati numerosi. Un esordio riuscito e largamente apprezzato dalla critica quello del regista americano Ryan Fleck, che nel 2006 – anno di uscita della pellicola – aveva alle spalle solo alcuni cortometraggi e documentari. La sceneggiatura è stata scritta insieme ad Anna Bolden, con la quale Fleck forma un fortunato sodalizio artistico. I due infatti dirigeranno poi insieme Sugar – Il giovane campione (2008) e 5 giorni fuori (2010). Lo stile della regia, in Half Nelson, è fresco e agile, con un’impronta fortemente realistica – potremmo dire quasi documentaristica – grazie all’utilizzo frequente della camera a mano. I primi piani sono ricorrenti ed espressivi, le prove di recitazione di Gosling e della giovanissima Shareeka Epps (nel ruolo di Dray) asciutte ma coinvolgenti. Viene da pensare, durante le sequenze che descrivono la quotidianità nella scuola, a La classe – Entre les murs (2008) del francese Laurent Cantet, riuscito e interessante film di finzione che tuttavia sembra fare un’incursione nel mondo del documentario per lo stile adottato, caratterizzato da un forte senso di immediatezza e spontaneità. Anche questo lungometraggio tra l’altro descrive l’esperienza di un professore giovane e appassionato alle prese con una classe multietnica e, stavolta, anche molto turbolenta.
Come molti in film selezionati dal Sundance, anche in Half Nelson si respira l’aria pulita e leggera del cinema indipendente. Toccante riflessione – a tratti ironica e a tratti malinconica – sull’amicizia, la pellicola di Fleck è anche un’istantanea incisiva ed efficace su una realtà sociale trattata con acutezza e, finalmente, senza alcuna retorica.