The Inerasable

L'eclettico regista Yoshihiro Nakamura torna al cinema horror con un sontuoso studio sulle origini dell'orrore.

Stanze vuote, rumori nella notte e solitudine.

The Inerasable mette in scena un orrore quotidiano, originato da torti ormai persi nel tempo. Il ritorno di Yoshihiro Nakamura all’horror è mediato da altre esperienze e generi: il mistery, il dramma urbano e il thriller che il regista ha attraversato con opere come The Snow White Murder Case e See You Tomorrow, Everyone. Il risultato è uno studio sull’inquietudine che ha ben poco a che spartire con i salti di spavento del j-horror più recente e dei relativi epigoni hollywoodiani.

Adattamento letterario del best seller di Ono Fuyumi, The Inerasable segue la storia di una scrittrice di racconti dell’orrore (Takeuchi Yuko) che riceve e scrive storie ispirate agli eventi misteriosi accaduti ai suoi lettori. Una di queste lettere racconta di misteriosi rumori che provengono da una stanza dell’appartamento di una studentessa. La scrittrice rimane colpita da alcune coincidenze: una bambina, nello stesso condominio, sembra vedere una sorta di pendolo invisibile; un altro inquilino, in passato, se ne era andato dallo stesso condominio e, poco dopo, si era suicidato. La curiosità della scrittrice la porta a svelare una rete di misteri, ossessioni e violenze che si dipana per generazioni attorno al terreno su cui sorge il condominio...

Yoshihiro Nakamura racconta una storia horror come se fosse un’indagine di polizia. L’approccio registico e lo stile della narrazione ricordano il mystery thriller The Snow White Murder Case: in entrambi i casi, il vero obiettivo del regista è scavare a fondo nelle ossessioni e nei lati oscuri della società. Per Snow White, si trattava di indagare un delitto e la rete di dicerie, pettegolezzi e ossessioni che un evento del genere poteva generare nell’era di Twitter e dei social network. The Inerasable è invece uno studio su come nascono le storie dell’orrore. Piccoli fatti inspiegabili, raccontati e immaginati, germogliano nella mente degli uomini e prendono forma, fino a costituirsi come radicali minacce alle regole rassicuranti di un mondo antropocentrico e razionale. Il "mostro" del film non è né originale, né spaventoso. Nakamura rinuncia ai rumori improvvisi e alle apparizioni shockanti. Senza trucchi, con una regia secca ed essenziale, il regista lavora di dettagli e di accumuli; l’orrore comincia a prendere forma nella mente dello spettatore, co-autore e partecipe di un’atmosfera sempre più disturbante. L’inaspettato sodalizio tra poliziesco e horror, improbabile sulla carta, rivela poco alla volta la sua grande efficacia drammaturgica. Il lento avvicinarsi alla verità e all’origine del male rende palpabile il senso di impotenza dei personaggi e dello spettatore. La verità è incancellabile, ma anche ingestibile; la verità è, lovecraftianamente, hybris e condanna.

L’effetto dell’orrore è amplificato da una protagonista ben lontana dalle solite eroine (o vittime impotenti) del cinema dell’orrore meno coraggioso.

Scettica e metodica, la scrittrice viene lentamente presa nella rete e, con essa, lo spettatore smaliziato e ormai avvezzo a possessioni, mostri e bambine morte con i capelli lunghi. Vera e propria investigatrice dell’occulto, la protagonista sembra una testimone esterna all’orrore che si estende e infetta come una voce di corridoio o un peccato malizioso. The Inerasable, anche qui, genera delle aspettative per poi confonderle con nuovi dubbi e nuove, implicite minacce. Il finale del film, in questo senso, non deluderà l’appassionato.

In questo elegante meta-horror (perché di questo si tratta), l’unico vero punto debole andrebbe attribuito ad un’origine letteraria di cui permane il ritmo e l’intreccio ingombranti. Nella lunga fase centrale delle indagini questo lascito si fa sentire. Quando Nakamura lascia invece parlare le immagini il meccanismo funziona alla perfezione, al punto che l’autore si può permettere giocosi omaggi al cinema classico giapponese nel corso dei numerosi flashback che costellano la narrazione. Omaggi a un cinema di fantasmi e di orrori privati da cui il regista attinge a piene mani e che ricordano come The Inerasable sia anche il prodotto di un’appassionata cinefilia.

Autore: Alessandro Gaudiano
Pubblicato il 01/05/2016

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