Ieri/oggi – Speciale Howard Hawks: Acque del Sud
Una ballata per Bogart e Bacall, il primo incontro di una delle coppie immortali della storia del cinema.
Da un romanzo di Ernest Hemingway, adattato da William Faulkner; Howard Hawks dirige, con Humphrey Bogart, e Lauren Bacall per la prima volta sullo schermo: la chimica si accende. Presentare con questi nomi Acque del Sud (To Have and Have Not) fa pensare subito a un grande film, e sicuramente la verità non si discosta da questa definizione, ormai spesso abusata, ma che nella filmografia di un regista come Hawks non è mai sprecata. Il film precede Il grande sonno, labirintico noir che avrebbe consacrato la coppia Bogart/Bacall, e ne anticipa le occhiate maliziose di lei, la sfuggente seduzione che ha fatto innamorare il più famoso “duro dal cuore tenero” che la grande Hollywood ci ha regalato.
Nel 1940 l’Isola di Martinica è una colonia francese sotto il controllo dei funzionari di Vichy. Il cinico capitano Harry "Steve" Morgan (Humphrey Bogart) vive sull’isola accompagnando i turisti a pescare al largo, una vita tranquilla e disincantata, lontana dalle avventure marinaresche, ma che presto sarà stravolta da due incursioni inaspettate: aiutare i ribelli francesi braccati dagli incaricati di Vichy e resistere al fascino dell’americana Marie Browning (Lauren Bacall).
Mélo, avventura, gangster movie e noir: siamo negli anni ‘40, l'età d’oro dei generi hollywoodiani, che in questo film si mescolano e si sovrappongono e la riconoscibilità del personaggio Bogart, tra i più grandi divi del decennio, torna con delle piccole rifiniture. Il detective si fa marinaio senza perdere il cinismo e la rudezza che lo hanno reso indimenticabile, ma qui il bad guy diventa più uno spirito nostalgico animato da una velata tristezza. Con molta probabilità il Bogart di questo film ha ispirato Hugo Pratt per il suo Corto Maltese, affascinante avventuriero dei mari disincantato e misterioso, proprio come il nostro capitano Morgan.
Esotico e onirico, Acque del Sud è un film che in parte può essere accostato a Casablanca: il personaggio principale (in entrambi i casi interpretato da Bogart) si ritrova in un intrigo politico parallelamente accompagnato da un intrigo sentimentale. La morale deve però non lasciare troppo spazio all’irrazionalità dei sentimenti, d’altronde siamo ancora nella Hollywood degli uomini tutti d’un pezzo, che sacrificano la propria vita in nome di qualcosa di più alto. Ma qui si può evitare la rinuncia all’amore.
Forse non si tratta di uno dei capolavori del grande Hawks ma certamente la costruzione dei personaggi è tra le più brillanti: il carattere disilluso e nostalgico del marinaio ormai ritirato nell’isola caraibica, l’affascinante lolitismo di una grande diva alla sua prima importante apparizione, la malinconia bonaria dell’amico Eddie, in contrapposizione ai gangster “brutti e cattivi”, immersi tutti in un’atmosfera di onirico esotismo. Acque del sud per certi versi rimanda al più claustrofobico e asfissiante L’isola di corallo di John Huston, che rivede insieme Bogart e Bacall ma che si posiziona anche nel momento dell’avvicinarsi del declino della Grande Hollywood. Del resto, oltre l'intreccio prettamente politico, il film getta le basi di personaggi che non possono prescindere dai loro interpreti, attraverso un esotismo (seppur datato) che vede nel piccolo mondo isolano un rifugio dalle brutture e dalle immoralità del mondo continentale. Il romanzo di partenza verrà quindi portato sullo schermo più volte, da Curtiz nel 1950 con Golfo del Messico, e da Don Siegel nel '58 con Agguato nei Caraibi