Il grande carro

di Philippe Garrel

Stretto tra il riconoscimento dell'Orso d'argento e le recentissime accuse di molestia nei confronti del regista, arriva in sala l'ultimo, testamentario e comunque leggiadro, apertissimo, film di Garrel.

garrel grande carro recensione film

Cosa guardi?
Niente
Cosa vedi?
Tutto

Questo scambio di battute tra Pieter e Lena che manovrano delle marionette davanti a una telecamera per un programma televisivo, sembra quasi riferirsi proprio al medium in questione. In televisione si vede tutto, ma non si guarda niente. Osservazione che potremmo estendere a ogni schermo, ogni device. Lo spettatore, più o meno specialistico, nel 2023 persegue la bulimia scopica: vede (quasi) tutto, ma lo rigetta e non trattiene/guarda niente. Proviamo a farlo anche noi in riferimento a Il grande carro, ultima regia di Philippe Garrel, premiata con l’Orso d’argento al Festival di Berlino del 2023.

Cosa guardiamo, quando guardiamo Il grande carro?

Un lavoro dall’impianto quasi rohmeriano (si potrebbe titolare Due ragazzi, quattro ragazze, volendo parafrasare il titolo italiano di Conte d'été) e dall’evidente sapore autobiografico (Maurice Garrel, padre di Philippe, prima di diventare attore era burattinaio nella compagnia di Gaston Baty; i tre interpreti dei figli sono proprio i figli del regista: Louis, Esther e Lena e, tranne Esther, mantengono i loro nomi propri anche nella finzione). Stando alle parole del regista, Il grande carro ha l’obiettivo di essere «… un film che, sebbene nato dalla mia immaginazione, somigliasse anche a un documentario su questo mestiere. Jean-Luc Godard ha detto che un buon film di finzione deve anche essere un documentario su qualcosa. Nella disgregazione di una compagnia di artisti-burattinai, vedo la metafora di un mondo dove le tradizioni stanno morendo». Un film che, nel suo ritmo compassato, prova proprio a combattere la frenesia della visione da Over-The-Top, cercando di mantenere viva la tradizione (che effettivamente rischia di morire) di un cinema narrativo e meditativo insieme.

Cosa vediamo quando vediamo Il grande carro?

Per molti vediamo un’opera testamentaria (l’alter ego di Garrel nel film, impersonato da Aurélien Recoing, muore), ma, a dispetto delle dichiarazioni di Garrel stesso, più che di tradizioni che muoiono pare che il film parli di tradizioni che mutano. Le età diverse dei figli (e della nonna, interpretata da Francine Bergé) gli consentono di mostrarci i diversi approcci alla professione artistica, all’impegno civile (si pensi alle reazioni della nonna ai racconti di Lena impegnata con le Femen), alla vita, alle relazioni amorose (Louis sente responsabilità nei confronti del figlio di Hélène con cui dà inizio a una relazione, dopo la separazione di lei col suo amico Pieter). Certo, se un accento amaro e malinconico si può notare nella messa in scena, questo risiede nella constatazione che oggi, diversamente dagli anni ’60, il pragmatismo viene premiato rispetto all’integrità irriducibile dell’artista (Pieter finisce internato). C’è anche da dire che, alla leggerezza del tocco garreliano, fa da contraltare il clima decisamente pesante che si respira in Francia a seguito delle accuse di molestie e aggressioni sessuali mosse, nei confronti di Philippe Garrel, da due attrici (Clotilde Hesme e Anna Mouglalis) e numerose ex allieve del Conservatorio d’arte drammatica e che ha portato, per esempio, il quotidiano Libération a manifestare pubblicamente il cambio di prospettiva sia su quest’ultima pellicola che sull’intera filmografia del regista. Siamo alle solite? Forse no, Garrel non si è tirato indietro, ha chiesto scusa e ha dichiarato “Leggendo queste testimonianze ho capito la differenza che c’era tra ciò che immaginavo io e quello che invece ho fatto vivere e subire a tutte loro”. Il che non cancella quanto fatto, ma almeno rappresenta un’assunzione di responsabilità che è raro vedere in questi casi. Si potrebbe dire che anche Philippe Garrel ha guardato niente senza vedere tutto.

Autore: Rosario Gallone
Pubblicato il 21/09/2023
Francia, Svizzera 2023
Durata: 95 minuti

Articoli correlati

Ultimi della categoria