Lezioncine di (a)morale, nichilismo for dummies, da parte di un regista padrone del mezzo cinematografico ma anche autore sadico, moralista, misantropo.
Hill torna dietro la macchina da presa con un western atipico e contraddittorio che, nonostante tutti i limiti, conferma l'amore del regista per il cinema di genere e il suo potenziale di provocazione.
Il film più cupo di Del Toro, e anche il più lontano dai suoi stilemi, scoperchia e disinnesca i trucchi da prestigiatore dello stesso regista, in una parabola morale sul cinema e i suoi inganni.
Una lucida riflessione sullo stato di salute dell’immagine nell’MCU, ma anche, sottotraccia, il riflesso ambiguo di un panorama opprimente, in cui il cinema appare sempre più laboratoriale e sintetizzato dal lato oscuro dell’algoritmo.
Di nuovo nel cinema della colpa e dell'espiazione, a contatto con Bresson, ma questa volta quello di Schrader è un film sul potere delle immagini mancanti, sul loro ruolo all'interno del trauma sociale.
All’alba del cinema postmoderno, Uli Edel firma una pellicola dal lucido passo argomentativo, che osserva un archetipo spirare e rinascere. Tra iconografia della femme fatale e dimensione performativa della sessualità.
Il secondo progetto da regista di Edward Norton è un film schizofrenico che si affida alla musicalità delle parole ma si limita a un lavoro di pulizia maniacale che ne annienta ogni volontà sovversiva.
Tra gag comiche, avventure multi-location, grande azione e alto tasso di testosterone, il tassello del DC Extended Universe firmato da James Wan segue con successo il modello Marvel.
Il regista de "Lo scafandro e la farfalla", Julian Schnabel, in concorso a Venezia 75 con un film biografico sulla complessa figura di Vincent Van Gogh.