Bel lontano dalla versione di del Toro, l'Hellboy di Neil Marshall è un adattamento heavy metal di puro divertimento splatter, tra incoscienza sopra le righe e mostruosità prostetiche grondanti sangue.
Ciro Guerra e Cristina Gallego rappresentano il dramma di un popolo talmente incapace di elaborare le traumatiche trasformazioni operate dal business del narcotraffico da avvilupparsi in un rapporto soverchiante e alienato con i propri miti.
L'orrore e la metafora: Jordan Peele torna al suo horror "sociale" con un film rozzo ma potente, che ne mette in luce i difetti e moltiplica le potenzialità.
Vincitore de Un certain regard a Cannes 2018, il film di Ali Abbasi lavora in modo ammirabile sul corpo liquido e sulla violenza insita nella vita organica.
Opera dolorosa e apparentemente "facile" nella sua drammaticità neorealista, il film di Nadine Labaki mostra un conflitto tra il mondo infantile e quello adulto che supera le barriere geografiche e diviene problema universale
(Le nostre stupide) Chansons d'amour: l'esordio di Louis Garrel è un ménage à quatre che, tra prelievi truffautiani e secchiate d'autoironia, rincorre e testimonia la fugacità dell'amore.
Barbet Schroeder chiude la propria personale trilogia sul male svelando l’orrore che si cela dietro una maschera apparentemente benevola, gettando luce sulla natura ambigua dell’animo umano
Nella sua rilettura del classico Disney, Tim Burton costruisce uno spettacolo per famiglie autentico e innocente in grado di rivelare la meraviglia del quotidiano.
A otto anni da "L'alba del Pianeta delle Scimmie", Rupert Wyatt torna alla fantascienza con un progetto personale: invasioni aliene, terrorismo e guerriglia urbana.