Un documentario appassionato ma anche ambiguo, ricco di spunti mai davvero valorizzati sul nostro rapporto col gioco, con il mondo digitale e con le sue vertigini attraversati, però, da persone che a quel mondo non sembrano davvero interessarsi, più desiderosi, forse, di trovare uno spazio vergine da gentrificare, un medium "giovane" con cui nutrire un altro (solo in apparenza) morente