Racconto tragico e disturbante basato su una reale storia famigliare di plurimi abusi, l'opera di Sasha Neulinger affida all'immagine filmica il compito di portavoce definitivo della verità.
Makoto Shinkai torna sui passi del fanta-romance che gli è più caratteristico, con un dettaglio visivo sorprendente ma una narrazione che alterna momenti di intuizione ad altri a rischio “cliché”.
Il secondo progetto da regista di Edward Norton è un film schizofrenico che si affida alla musicalità delle parole ma si limita a un lavoro di pulizia maniacale che ne annienta ogni volontà sovversiva.
Con un film sballato e balordo, Korine scivola sulla superficie patinata e del vuoto post-ideologico di oggi, raccontando l’America attraverso il disfacimento del sogno.
Vincitore di Orizzonti nel 2018, il film di Phuttiphong Aroonpheng è una favola lirica e spirituale sulla preservazione di una memoria collettiva contro il disfacimento della materia, sulla consapevolezza dell'altro attraverso il suo dolore.
Una tragedia greca in implosione dentro un dramma apocalittico-intimista: un film sulla fine di un sistema valoriale e una donna, sola, che vi resiste.
Lee Chang-dong mette in scena il dolore assoluto della perdita di un figlio, facendone una metafora metacritica dell'essere umano che cerca e combatte allo stesso tempo lo sguardo di Dio.
Un canto d’amore e un’accusa: Lee Chang-dong travolge con l’impetuosità melodrammatica di una storia d’amore impossibile le convenzioni ciniche e brutali di una società perdente, sospesa tra l’atemporalità dell’oggi e del domani.
L’esordio alla regia di Olivia Wilde è un teen drama che prova finalmente a scrollarsi di dosso tutti gli stereotipi del genere nel ritrarre il percorso di crescita di due adolescenti all’ultimo anno di liceo.
Il secondo film di Lee Chang-dong è un viaggio a ritroso nell’anima di un uomo e di una nazione, entrambi portano ancora sulla loro pelle le tracce di un passato traumatico.