Il nuovo racconto di formazione della Pixar si rivela un'elegia della tristezza contro la dittatura dell'Intrattenimento organizzato voluto dalla società contemporanea
In difesa di una visione del cinema (e quindi del mondo, direbbe Truffaut) mai come oggi preziosa e necessaria, che rifiuta qualsiasi compromesso offrendosi con generosità agli occhi degli spettatori.
Il film di Ferrara ci racconta per schegge e frammenti Pasolini e il suo lascito ereditario. E lo uccide sì una seconda volta, ma per amore. Perché “i maestri vanno mangiati in salsa piccante”.
L’uomo è un incrocio di sguardi, e Kore'eda non fa altro che raccontare l’altro da sé, la fame di punti di riferimento da parte dell’identità sotto scacco.