It’s all true: un fake memoir dal sottobosco del cinema hollywoodiano, un sogno di compensazione in cui si cerca il riscatto di una vita senza perdere di vista certi elementi di crisi del contemporaneo.
Dopo le avventure stellari di Solo, Ron Howard torna al cuore pulsante del suo cinema e a un dramma dotato di forte - seppur artificiosa - intensità drammatica
Un viaggio per ragazzi che può essere anche teoria cinematografica e sperimentazione narrativa, rivisitazione della prosa di Dahl e metafora di storture sociali ed economiche.
L’ultimo lungometraggio di Wheatley, molto fedele al romanzo a cui si ispira, è nell’insieme un prodotto modesto, che maschera dietro la buona regia una mancanza d’ambizione narrativa.
Variazione sul tema del giorno della Marmotta, un nuovo loop temporale per raccontare la crisi esistenziale della generazione Y per cui "tutto ciò che è solido svanisce nell'aria".
Un film che sovverte e diverte, disturbante e farsesco, tragico e strampalato, la scoperta tenera e scabrosa del potere taumaturgico della perversione.