Una riscrittura dolorosa di Cervantes, un film che parla di sé stesso e dei suoi lunghi fallimenti, dell’ossessione per il cinema e degli effetti che questa ha non sul sognatore ma su chi gli sta intorno.
Il primo contatto tra Tsukamoto e il digitale è un mediometraggio che fa da spartiacque nella sua filmografia e summa del suo primo percorso artistico.
Dopo "Chi-Raq", Lee non sembra essersi allontanato dalla commedia sofisticata della classicità, da quel meccanismo di maschere e inganni nella cui ostentata finzione emerge, lampante, l’urgenza del reale.
Al netto di una sceneggiatura meno ispirata, il sequel di “Sicario” è un film di genere estremamente solido, sorretto dallo sguardo muscolare di Sollima che si svela capace di lavorare sulla tradizione western come e più di molti registi americani.
L'esordio dei fratelli d'Innocenzo è la rappresentazione tombale di un'umanità alla deriva, che chaima in causa i nostri doveri verso le generazioni future.
Nel momento in cui si concentra sullo studio anatomico del corpo lo sguardo di Tsukamoto cambia forma, abbracciando totalmente il sogno, lo slancio immaginativo, l’immagine mentale ed emozionale.
Il nuovo episodio della saga Predator è un campo di battaglia tra autore e produzione, un film schizofrenico in cui Shane Black non riesce a tenere unite personalità e necessità di franchise.
Il secondo capitolo di Antoine Fuqua dedicato al vendicatore Robert McCall trova nella descrizione del suo personaggio e del suo contesto la chiave espressiva per un sorprendente western urbano.