Il ritorno al folk horror di Ben Wheatley si contamina, come di consueto, con generi e suggestioni differenti, conservando inalterato il mistero e il fascino del suo cinema
Dietro la cortina della radicalizzazione religiosa, l’esordiente Rose Glass costruisce un horror kafkiano che esplora in profondità la solitudine e le derive dell’individuo nella società contemporanea.
Nel biodrama dedicato a Shirley Jackson, Decker inverte i termini della biografia, sfruttando un episodio fittizio per dar vita alla scrittrice e indagare il processo creativo.
Una voce al caldo che racconta mentre fuori fa freddo, un neonoir sul potere del racconto e sulla necessità umana di ordinare il mondo attraverso la narrazione.
L’immagine come oggetto contundente, tutto il peso della macchina da presa che impatta contro il reale e scava nelle contraddizioni e interstizi del corpo sociale. A giudicare dai primi due episodi, Rodrigo Sorogoyen firma una delle grandi serie del 2020.